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today8 Ottobre, 2025
Nel corso della manovra 2026 il governo Meloni punta a una nuova riduzione dell’Irpef, in particolare per il cosiddetto “ceto medio”. L’obiettivo è alleggerire il peso fiscale per chi guadagna tra 28.000 e 50.000 (e forse fino a 60.000) euro, modificando aliquote e scaglioni, e intervenendo anche sulle detrazioni. Vediamo chi potrebbe risparmiare davvero e qual è l’effetto per i redditi oltre i 50.000 euro.
Negli ultimi anni l’Irpef è stata al centro delle riforme fiscali, con l’obiettivo di semplificare e ridurre il carico sui redditi medio-bassi. Dal 1° gennaio 2024 è entrata in vigore una riorganizzazione degli scaglioni, accorpando i due scaglioni più bassi e fissando l’aliquota al 23% fino a 28.000 euro.
La nuova mossa, prevista dal taglio Irpef 2026, riguarda la seconda aliquota Irpef, attualmente al 35 %, che si applica al reddito tra 28.000 e 50.000 euro. Il governo vorrebbe ridurla al 33 %. In parallelo, si discute di estendere questa aliquota più favorevole fino a redditi di 60.000 euro anziché fermarsi a 50.000.
Questo intervento ha un costo stimato tra 3 e 5 miliardi di euro, a seconda dell’ampiezza della platea di beneficiari.
L’intento del taglio Irpef 2026è alleggerire la pressione fiscale del ceto medio, ovvero contribuenti che attualmente si trovano nella fascia intermedia e stanno sopportando un peso tributario crescente.
Con la riduzione dell’aliquota da 35 % a 33 %, prevista dal taglio Irpef 2026, le simulazioni mostrano che il beneficio sarà proporzionale al reddito, per la parte che ricade nello scaglione intermedio. Per valori di reddito più alti, soprattutto tra 50.000 e 60.000 euro, l’estensione dello scaglione, frutto del taglio irpef 2026, potrebbe generare risparmi più consistenti.
Ad esempio:
Chi ha un reddito di circa 30.000 € annui potrebbe ottenere un risparmio modesto, nell’ordine di circa 40 € l’anno.
A 35.000 €, il taglio può generare un risparmio intorno a 140 €.
A 40.000 €, il beneficio stimato è circa 240 € annui.
A 45.000 €, il risparmio sale a circa 340 € all’anno.
A 50.000 €, il beneficio massimo nella fascia base sarebbe intorno a 440 €.
Se l’ipotesi di estendere lo scaglione fino a 60.000, uno degli obiettivi del taglio Irpef 2026, euro fosse approvata, per i redditi tra 50.000 e 60.000 il risparmio potrebbe arrivare fino a 1.440 € annui, secondo alcune stime.
Tuttavia, va sottolineato che questi valori sono stime basate su ipotesi legislative. Le detrazioni, le deduzioni, le addizionali regionali e comunali possono influenzare sensibilmente il risultato netto.
Uno dei nodi più controversi del taglio irpef 2026 riguarda la fascia reddituale oltre i 50.000 €. Nella prima fase di queste riforme, redditi superiori erano stati esclusi dai benefici e in alcuni casi penalizzati da una riduzione delle detrazioni.
Con la proposta attuale, l’aliquota del 33 % potrebbe valere per redditi fino a 60.000 €, evitando così che chi supera i 50.000 cada direttamente sotto l’aliquota del 43 %.
Per chi dichiarasse oltre 60.000 €, l’aliquota resterebbe presumibilmente al 43 %, senza ulteriori benefici diretti. In questo scenario, il risparmio massimo potrebbe essere “bloccato” intorno ai livelli già raggiunti grazie al passaggio dal 35 % al 33 %.
Nei fatti, un soggetto con reddito elevato potrebbe beneficiare solo marginalmente se il taglio non si estende ulteriormente. Alcuni studi giornalistici sottolineano che l’effetto maggiore sarà nelle fasce tra 28.000 e 60.000.
Inoltre, è possibile che il governo mantenga o modifichi la progressività tramite altre leve, come detrazioni, meccanismi familiari, quoziente familiare, per evitare che i redditi molto alti guadagnino troppo rispetto ai più moderati.
Oltre all’abbassamento delle aliquote, nel dibattito riguardo al taglio irpef 2026, entra in gioco il tema delle detrazioni fiscali e del quoziente familiare. Negli anni scorsi, le detrazioni sono state ridotte in misura crescente per chi ha redditi elevati. Alcune delle ipotesi in campo prevedono un rafforzamento del meccanismo del quoziente familiare, in modo da legare maggiormente il beneficio fiscale al numero dei componenti del nucleo familiare.
Altri temi collaterali al taglio Irpef 2026 comprendono:
eventuali misure su bonus edilizi e agevolazioni per le abitazioni principali;
detassazioni su straordinari o premi di produttività;
proposte di flat tax per partite IVA (fino a 100.000 euro) che agiscono su un altro fronte fiscale;
il problema del fiscal drag (ossia la perdita di potere d’acquisto causata dall’inflazione non compensata dal riallineamento scaglioni).
Tuttavia, al momento non esiste testo definitivo: le misure sono tutte in fase di studio e negoziazione tra ministeri, maggioranza e consulenti. I risparmi effettivi che ogni contribuente percepirà dipenderanno da:
reddito complessivo
composizione familiare
importo delle detrazioni e deduzioni personali
addizionali regionali e comunali
Fino all’approvazione della legge di Bilancio 2026 e dei decreti attuativi, molto resta da chiarire.
Il Taglio Irpef 2026 punta a intervenire sull’imposta sul reddito per il ceto medio, riducendo l’aliquota dal 35 % al 33 % sulla fascia tra 28.000 e 50.000 €, con la prospettiva di estenderla fino a 60.000 €. I risparmi stimati sono di centinaia di euro l’anno, con benefici maggiori man mano che il reddito sale in quella fascia. Per i redditi molto elevati, il beneficio sarà limitato se il taglio non si estende ulteriormente. L’incertezza sulle detrazioni, sul quoziente familiare e sulle coperture finanziarie rende però il quadro ancora fluido.
Scritto da: Matteo Respinti
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