Listeners:
Top listeners:
play_arrow
GR News
play_arrow
Giornale Radio
play_arrow
Radio Podcast
play_arrow
70-80.it
play_arrow
Radio Italia Network
today13 Ottobre, 2025
Un misterioso trader ha guadagnato oltre 160 milioni di dollari scommettendo sul crollo delle criptovalute pochi minuti prima che Donald Trump annunciasse nuovi dazi del 100% sui prodotti cinesi. L’operazione, avvenuta venerdì 10 ottobre, è stata segnalata sulla piattaforma decentralizzata Hyperliquid e ha immediatamente sollevato l’ombra dell’insider trading Trump, con ipotesi di utilizzo di informazioni privilegiate provenienti direttamente dalla Casa Bianca.
Secondo un’analisi diffusa da Coincentral e rilanciata da analisti internazionali, tra cui l’italiano Andrea Palladino, l’operazione si sarebbe concretizzata nel giro di pochi minuti. Il trader avrebbe aperto enormi posizioni short su Bitcoin ed Ethereum, scommettendo sul loro ribasso. Pochi istanti dopo, Trump ha annunciato l’introduzione dei nuovi dazi contro Pechino, innescando un crollo a catena sul mercato delle criptovalute.
Nel giro di 24 ore, il valore del Bitcoin è sceso di circa il 7,5%, fermandosi a 112.505 dollari, mentre Ethereum ha perso oltre il 12%, precipitando a 3.837 dollari. La capitalizzazione complessiva del mercato è crollata del 10%, con posizioni rialziste a leva per oltre 17 miliardi di dollari liquidate in poche ore.
Il risultato per lo speculatore è stato impressionante: un profitto di oltre 160 milioni di dollari. Le posizioni corte su Ethereum gli hanno fruttato 72 milioni, mentre su Bitcoin restano ancora aperte posizioni da quasi 93 milioni, con leva finanziaria superiore a cinque volte. Una scommessa altissima, ma vincente: e forse non del tutto casuale.
Come ha osservato un analista su X (ex Twitter): «O questo trader ha un intuito fuori dal comune, o qualcuno gli ha sussurrato la notizia prima di tutti». È proprio questa coincidenza temporale ad alimentare i sospetti di insider trading Trump.
L’annuncio dei nuovi dazi fa parte della strategia economica di Donald Trump, tornato alla Casa Bianca con l’obiettivo dichiarato di “difendere l’industria americana” dalla concorrenza cinese. La misura prevede tariffe al 100% sui prodotti tecnologici provenienti da Pechino e ha subito scatenato tensioni sui mercati.
Trump ha motivato la decisione con la “posizione aggressiva” della Cina, ma il tempismo dell’operazione sui mercati cripto appare sospetto. L’insider trading Trump, se confermato, rappresenterebbe un caso clamoroso: un’operazione realizzata sfruttando in anticipo informazioni economiche di rilievo governativo.
Le indagini degli analisti hanno individuato l’origine della transazione su Hyperliquid, una piattaforma di scambio decentralizzata che registra ogni operazione sulla blockchain, garantendo tracciabilità pubblica. Tuttavia, l’identità dello speculatore resta ignota. Si sospetta che la mossa sia stata replicata anche su altre piattaforme, potenzialmente moltiplicando il profitto finale.
Il paragone più evocato è quello con “La grande scommessa”, il film ispirato alla crisi dei mutui del 2008: anche in questo caso, un’unica operazione audace, condotta contro il trend del mercato, ha generato un guadagno miliardario in poche ore.
Non è la prima volta che operazioni finanziarie sospette si verificano in coincidenza con decisioni economiche di Trump. Lo scorso aprile, durante un incontro alla Casa Bianca, il presidente era stato ripreso in un video mentre scherzava con due ospiti: «Lui ha fatto 2,5 milioni, e lui 900 milioni!». Si trattava del finanziere Charles Schwab e del magnate Roger Penske, presenti nello stesso giorno in cui venne annunciata la sospensione temporanea dei dazi.
Poche ore prima dell’annuncio, Trump aveva pubblicato su Truth Social il messaggio: «THIS IS A GREAT TIME TO BUY!!!». In seguito, le Borse statunitensi avevano registrato rialzi fino al 9%. I democratici Adam Schiff e Ruben Gallego avevano chiesto formalmente un’indagine, parlando di possibili casi di insider trading Trump e conflitti d’interesse.
Le preoccupazioni si estendono anche al settore delle criptovalute, dove la famiglia Trump ha consolidato la propria presenza. Il presidente ha promosso la creazione di una “Strategic Bitcoin Reserve”, un fondo federale destinato ad accumulare riserve di criptovalute, e la società “American Bitcoin”, riconducibile al suo entourage, è attiva nel mining e nella gestione di asset digitali.
Il confine tra scelte politiche e interessi economici, soprattutto in un mercato volatile e poco regolamentato come quello cripto, appare sempre più sottile. Da qui la domanda che molti analisti si pongono: la Casa Bianca può davvero separare le decisioni di governo dalle operazioni speculative dei propri alleati economici?
Il caso di insider trading Trump ha riacceso il dibattito sulla trasparenza e sulla regolamentazione delle criptovalute. Il mercato digitale, pur essendo tracciabile tramite blockchain, sfugge spesso ai controlli delle autorità finanziarie. Mentre per i titoli azionari la Securities and Exchange Commission (SEC) può intervenire in caso di uso illecito di informazioni privilegiate, nel mondo cripto il quadro normativo è ancora frammentario.
Negli Stati Uniti, la SEC e la Commodity Futures Trading Commission (CFTC) si contendono la giurisdizione sul settore, ma nessuna delle due agenzie dispone di strumenti adeguati per sanzionare comportamenti di insider trading legati a eventi politici.
Se l’ipotesi fosse confermata, si aprirebbe uno scenario senza precedenti: un presidente degli Stati Uniti coinvolto indirettamente in operazioni speculative che sfruttano informazioni riservate. Le conseguenze andrebbero oltre la politica, toccando la credibilità del sistema finanziario americano e la fiducia degli investitori nel mercato delle criptovalute.
Per ora, né la Casa Bianca né le autorità di vigilanza hanno annunciato inchieste ufficiali. Ma diversi osservatori sostengono che l’episodio di Hyperliquid sia solo la punta dell’iceberg: «Quando movimenti di miliardi coincidono con decisioni presidenziali, il sospetto non è più una teoria, ma una certezza statistica», ha dichiarato un economista del MIT specializzato in mercati digitali.
Le implicazioni di questo nuovo caso di insider trading Trump non si limitano all’ambito economico. La vicenda mina la credibilità di un presidente che ha fatto della “lotta agli imbrogli” un pilastro della propria retorica politica. Allo stesso tempo, mette sotto i riflettori la fragilità del mercato cripto, che rimane estremamente vulnerabile a decisioni politiche improvvise.
Molti esperti ritengono che sia necessario istituire un’autorità internazionale per monitorare i flussi finanziari legati alle criptovalute, in grado di intervenire anche quando si tratta di figure politiche di alto livello.
Nel frattempo, il misterioso trader che ha guadagnato 160 milioni di dollari resta invisibile, protetto dall’anonimato garantito dalla blockchain. Ma la sua operazione, lampo e perfetta, ha riaperto un interrogativo che pesa sull’intera amministrazione americana: quanto è sottile la linea tra finanza e potere?
Scritto da: Matteo Respinti
Testata Giornalistica “GR News” registrata presso il Tribunale di Milano - Registro Stampa N° 194/2022 | GR News - Iscrizione al R.O.C. Registro Operatori della Comunicazione – Reg. n° 33572 - Copyright ©2025 Nextcom Srl – Società editoriale - P. IVA 06026720968 - TEL 02 35971400 – WHATSAPP 349 182 75 01
Commenti post (0)