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today3 Novembre, 2025
Negli Stati Uniti la forbice sociale continua ad allargarsi. Solo negli ultimi dodici mesi la ricchezza dei dieci miliardari più ricchi è aumentata di 698 miliardi di dollari, secondo il nuovo rapporto pubblicato da Oxfam America il 3 novembre 2025. Lo studio, intitolato “Unequal: The Rise of a New American Oligarchy and the Agenda We Need”, descrive un Paese in cui la concentrazione di ricchezza ha raggiunto livelli paragonabili a quelli dell’inizio del Novecento. L’1 % più ricco degli americani possiede oggi una ricchezza 101 volte superiore rispetto al ceto medio e 987 volte superiore rispetto alle famiglie più povere.
Secondo la lista Forbes aggiornata al 2025, in testa restano Elon Musk, Mark Zuckerberg, Jeff Bezos, Larry Ellison e Warren Buffett, seguiti da Larry Page, Sergey Brin, Steve Ballmer, Rob Walton e Jim Walton. Il patrimonio combinato di questi dieci nomi vale più del reddito annuo di milioni di famiglie americane.
Il rapporto Oxfam America, basato sui dati ufficiali della Federal Reserve, analizza l’evoluzione delle disuguaglianze USA tra 1989 e 2022. In questo arco temporale, le famiglie appartenenti all’1 % più ricco hanno visto un aumento medio di 8,35 milioni di dollari ciascuna, contro appena 83.000 dollari per la famiglia media.
Una sproporzione che riflette non solo l’accumulazione di capitale finanziario, ma anche l’erosione del potere d’acquisto e dei salari nel ceto medio. Secondo Oxfam, la “redistribuzione capovolta” è il risultato di scelte precise: deregolamentazione dei mercati, privatizzazioni e politiche fiscali favorevoli ai grandi patrimoni.
«La disuguaglianza è una scelta politica», sottolinea Rebecca Riddell, responsabile delle politiche economiche di Oxfam America. «I decisori politici hanno scelto la disuguaglianza, e queste scelte hanno avuto sostegno bipartisan». Dagli anni ’80 in poi, i governi di entrambi i partiti hanno ridotto le tasse sui redditi alti, tagliato la spesa sociale e limitato i poteri dei sindacati, contribuendo a un sistema che oggi premia chi è già in cima alla piramide economica.
Il documento punta il dito anche contro le politiche economiche recenti, in particolare contro il Big Beautiful Bill Act, la legge di bilancio approvata dalla Camera nell’estate 2025. Secondo Oxfam, l’atto ha ridotto le imposte per le grandi aziende e per i patrimoni elevati, determinando «uno dei più grandi trasferimenti di ricchezza verso l’alto degli ultimi decenni».
Una misura che, nel breve periodo, ha favorito i mercati finanziari ma ha ampliato ulteriormente le disuguaglianze USA, già a livelli storici. L’organizzazione evidenzia che la politica fiscale statunitense, basata su detrazioni e vantaggi per le imprese, finisce per rafforzare la concentrazione di potere economico e politico.
Il problema, scrive Oxfam, non è solo l’esistenza dei miliardari, ma il modo in cui la struttura fiscale e normativa consente loro di espandere la ricchezza più rapidamente di chiunque altro. «Le famiglie ricche pagano meno imposte proporzionalmente rispetto a chi guadagna meno», afferma Riddell.
La situazione si è aggravata dopo la pandemia: mentre milioni di cittadini hanno perso reddito e risparmi, i patrimoni dei super-ricchi sono esplosi grazie alla crescita delle azioni tecnologiche e dei mercati digitali.
Il rapporto descrive una rete di protezione sociale sempre più fragile. Dagli anni ’80 a oggi, i programmi di assistenza pubblica si sono ridotti e i diritti dei lavoratori sono stati indeboliti.
Oxfam richiama anche il peso culturale di narrazioni come quella della “welfare queen”, resa celebre da Ronald Reagan, che ha stigmatizzato i beneficiari di aiuti statali come approfittatori. Questa visione, scrive la Ong, ha giustificato tagli drastici alle politiche di welfare, lasciando scoperta gran parte della popolazione.
Le disuguaglianze USA non derivano solo dal reddito, ma anche dalla disparità di accesso a sanità, istruzione e servizi di base. Il risultato è un Paese dove oltre il 40 % della popolazione vive con redditi bassi, e quasi la metà dei bambini cresce in famiglie economicamente precarie.
Per la Ong, la fragilità sociale è oggi una minaccia strutturale: «Un sistema che favorisce pochi a scapito di molti è insostenibile, economicamente e moralmente».
Il rapporto individua quattro riforme fondamentali per invertire la tendenza delle disuguaglianze USA.
La prima è riformare il finanziamento delle campagne elettorali per ridurre l’influenza dei grandi donatori e rafforzare le leggi antitrust, così da limitare la concentrazione di potere economico.
La seconda prevede un sistema fiscale più progressivo, con tasse più alte su ricchi e multinazionali, accompagnate da maggiori investimenti nei servizi pubblici. Terzo punto: rafforzare la rete di sicurezza sociale, ricostruendo un welfare universale che garantisca salute, istruzione e assistenza a tutti i cittadini.
Infine, rilanciare il ruolo dei sindacati, la cui rappresentanza è ai minimi storici, ma resta essenziale per contrastare gli abusi e negoziare salari dignitosi. Nella patria del capitalismo più competitivo, queste proposte suonano quasi rivoluzionarie. Tuttavia, Oxfam ricorda che «le società più eque sono anche le più prospere e stabili».
Nonostante il quadro allarmante, il rapporto intravede segnali di cambiamento. Crescono i movimenti per la giustizia sociale e le campagne sindacali, come quelle nate tra i lavoratori di Amazon e Starbucks.
«Molti americani stanno iniziando a capire che l’attuale sistema non funziona per loro, ma solo per chi sta ai vertici», afferma Riddell. «Questo può diventare un momento di opportunità, per riconoscere il nostro potere collettivo e chiedere un nuovo patto sociale».
L’Oxfam America conclude che invertire la rotta delle disuguaglianze USA è possibile, ma richiede volontà politica, partecipazione civica e un ripensamento profondo del modello economico. «Un’economia più giusta non nasce dal caso: è una decisione collettiva», si legge nelle conclusioni.
Scritto da: Matteo Respinti
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