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today19 Novembre, 2025
La comparsa della nave spia russa Yantar al largo della Scozia ha innescato un’immediata risposta militare del Regno Unito. La Royal Navy e la Raf sono state mobilitate per tracciare ogni movimento dell’imbarcazione inviata da Mosca, accusata di mappare i cavi sottomarini occidentali. Un episodio che riaccende le tensioni nel Mare del Nord e che spinge Londra a rafforzare il nuovo corso strategico voluto dal governo Starmer.
La presenza della nave spia russa Yantar nelle acque a nord della Scozia è stata confermata dal ministro della Difesa britannico John Healey, che ha voluto lanciare un messaggio diretto al Cremlino. «Vi vediamo e siamo pronti», ha dichiarato a Downing Street, accusando la nave di svolgere attività pericolose per le infrastrutture critiche del Paese. Secondo Londra, la Yantar è progettata per mappare i cavi sottomarini, fondamentali per le comunicazioni civili e militari.
Il Regno Unito considera l’episodio particolarmente serio, perché è la seconda volta da inizio anno che una nave spia russa conduce operazioni simili nelle stesse acque. Healey ha parlato apertamente di un’azione ostile, condotta da un’unità inserita nei programmi segreti della Marina russa per il pattugliamento dei fondali e la raccolta di informazioni sensibili.
A rendere più teso il quadro, la denuncia contenuta nel briefing quotidiano del ministro: dalla Yantar, secondo le testimonianze dei piloti britannici, sarebbero stati puntati laser contro gli aerei della Raf. Londra interpreta il gesto come un tentativo di disturbare le operazioni di monitoraggio.
La reazione britannica alla nave spia russa è stata immediata e articolata. Una fregata della Royal Navy è stata inviata nella zona per seguire l’imbarcazione russa a distanza ravvicinata, mentre diversi aerei della Raf sorvolano l’area a intervalli regolari. Il governo ha anche deciso di modificare le regole d’ingaggio, autorizzando le navi britanniche ad avvicinarsi alla Yantar fino alla distanza equivalente alla lunghezza di un campo da calcio.
Secondo Healey, era necessario “un controllo più stretto” della nave spia russa per prevenire possibili manovre verso i cavi sottomarini che attraversano il Mare del Nord. In caso di cambi di rotta verso sud, Londra ha già annunciato che metterà in campo “ulteriori opzioni militari”, un riferimento non esplicitato ma che richiama episodi precedenti. Durante un’operazione simile lo scorso anno, la Royal Navy aveva fatto emergere un sottomarino nucleare come segnale di deterrenza verso Mosca.
La vicenda arriva mentre il governo laburista di Keir Starmer è impegnato in una revisione delle capacità militari britanniche. Proprio nei giorni scorsi, una relazione della Commissione Difesa della Camera dei Comuni ha denunciato gravi lacune nella prontezza operativa delle forze armate, soprattutto in materia di difesa delle infrastrutture subacquee.
La nave spia russa Yantar, lunga circa 34 metri e dotata di una vasta serie di antenne e sensori, è formalmente classificata come nave da ricerca oceanografica. Tuttavia, secondo gli esperti citati da Sky News, è gestita da un ramo segreto delle forze armate russe e impiegata per missioni di intelligence subacquea.
A bordo, la Yantar trasporta due minisommergibili in grado di raggiungere profondità di oltre 6.000 metri, quasi il doppio della zona in cui giace il Titanic. Questa capacità permette alla nave di operare molto vicino ai punti nevralgici delle reti di comunicazione, compresi i sistemi militari occidentali. Secondo gli analisti della sicurezza, la Russia starebbe da anni mappando i cavi sottomarini non pubblicizzati, con l’obiettivo di identificarne le vulnerabilità.
Il sistema globale dei cavi non è considerato un obiettivo convenzionale, ma rappresenta una delle infrastrutture più sensibili dell’intero pianeta. Oltre il 95% delle comunicazioni, delle transazioni finanziarie e del traffico Internet viaggia infatti attraverso le dorsali oceaniche. Un sabotaggio mirato, anche di un solo troncone, potrebbe causare danni economici enormi o interrompere comunicazioni strategiche.
Il Regno Unito è uno dei Paesi maggiormente esposti a questo rischio, poiché molte delle principali dorsali atlantiche convergono sulle sue coste. Nei mesi scorsi, un rapporto parlamentare aveva definito “insufficienti” le misure adottate per proteggere i fondali e aveva invitato il governo a investire di più in sorveglianza e deterrenza.
L’avvistamento della nave spia russa Yantar è soltanto l’ultimo episodio di un confronto che si svolge sempre più spesso fuori dai riflettori, in quello spazio grigio tra operazioni militari e spionaggio tecnologico. Da parte sua, Mosca respinge le accuse e sostiene che la nave sia impegnata in attività di ricerca scientifica. Tuttavia, la frequenza con cui la Yantar viene avvistata nei pressi di infrastrutture strategiche occidentali alimenta sospetti da parte di Londra e degli alleati Nato.
Per il governo Starmer, l’incidente della nave spia russa conferma la necessità di rafforzare la politica di riarmo e modernizzazione militare. Healey ha ricordato che sono già in corso investimenti per 1,5 miliardi di sterline destinati alla produzione di nuove munizioni e sistemi di difesa. Parallelamente, la Marina sta potenziando i programmi per la sorveglianza sottomarina, compresi droni e sensori avanzati.
La presenza della nave spia russa è quindi un test per la nuova postura strategica britannica: una sfida diretta che misura la capacità di reagire con prontezza senza scivolare in un’escalation. La tensione nel Mare del Nord resta alta, ma per ora Londra e Mosca sembrano mantenere il confronto entro limiti controllati.
La vicenda della nave spia russa mostra comunque quanto sia diventato fragile il confine tra pace e pressione militare nelle acque europee. E conferma che la partita dei cavi sottomarini, spesso invisibile all’opinione pubblica, rappresenta uno dei fronti più importanti della sicurezza del XXI secolo.
Scritto da: Matteo Respinti
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