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Maturità 2026, stretta choc di Valdirata: «chi rifiuta l’orale ripeterà l’anno»

today11 Luglio 2025

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Una nuova norma potrebbe cambiare radicalmente l’esame di Stato a partire dalla maturità 2026: chi sceglierà di boicottare l’esame orale rischierà di ripetere l’anno. L’annuncio arriva dal ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara dopo i recenti casi di studenti che hanno scelto il silenzio come forma di protesta. Il Governo prepara ora una riforma della maturità 2026, che punti a rafforzare il valore formativo dell’esame e contrastare atteggiamenti giudicati “inaccettabili”.

Le proteste silenziose: Padova e Belluno aprono il caso

La maturità 2026 nascerà anche da un gesto simbolico. Il primo caso si è verificato a Padova, dove Gianmaria Favaretto, studente del liceo scientifico Fermi, si è presentato all’esame orale e ha annunciato alla commissione di non voler sostenere il colloquio. Dopo aver firmato il registro, si è alzato ed è uscito. Una scelta motivata, secondo le sue parole, da una critica al sistema scolastico: «non voglio essere valutato solo da un numero. La scuola dovrebbe essere umana, non una macchina per voti».

Nonostante l’assenza totale di risposte all’orale, lo studente è stato promosso. I punteggi accumulati tra scritti e crediti scolastici bastavano per raggiungere il minimo di 60 punti, secondo le regole attualmente in vigore.

Pochi giorni dopo, un episodio analogo ha avuto luogo a Belluno. Una studentessa del liceo Galilei ha scelto di fare scena muta per protestare contro «un sistema che non ascolta gli studenti». Anche lei ha ottenuto la promozione, accendendo ulteriormente il dibattito .

I due casi hanno avuto vasta eco mediatica, diventando simbolo di un malessere diffuso tra gli studenti. Altri episodi simili sono stati segnalati anche in Veneto, in particolare a Treviso, suscitando reazioni contrastanti nel mondo politico e scolastico.

La risposta di Valditara: «Chi boicotta, ripete l’anno»

Di fronte a quella che definisce una “deriva pericolosa”, Giuseppe Valditara ha annunciato un intervento normativo per arginare i casi di scena muta durante l’esame orale. La misura sarà introdotta con la maturità 2026 e prevede la possibilità di far ripetere l’anno scolastico agli studenti che, senza giustificato motivo, si rifiutano di sostenere l’orale.

«L’esame orale non è un optional», ha dichiarato Valditara in un’intervista a Fanpage.it. «Se uno studente si presenta ma dichiara di non voler rispondere alle domande, come forma di sfida o protesta, dovrà ripetere l’anno. È una questione di rispetto per l’istituzione scolastica, per i docenti e per gli studenti che si impegnano».

Il ministro ha precisato che la norma prevista per la maturità 2026 sarà mirata: non colpirà chi manifesta ansia o blocchi emotivi, ma solo chi esplicitamente comunica la volontà di non collaborare. «I docenti sono sempre in grado di distinguere un disagio reale da un gesto intenzionale. Se c’è un rifiuto deliberato, allora non possiamo fare finta di niente».

Valditara ha inoltre annunciato che il suo dicastero è al lavoro per una riforma complessiva dell’esame, che tornerà a chiamarsi “esame di maturità”, e che attribuirà maggiore importanza alla crescita personale dello studente. La nuova maturità 2026 dovrà misurare non solo conoscenze e competenze, ma anche autonomia, responsabilità e consapevolezza.

Come cambierà l’esame: il progetto della riforma Valditara

La riforma Valditara per la maturità 2026 punta a superare la concezione puramente nozionistica dell’esame, recuperando la sua funzione educativa e formativa. Secondo le anticipazioni fornite dal ministro, il nuovo modello manterrà invariata la struttura a due prove scritte e un esame orale, ma aggiungerà nuovi criteri di valutazione legati alla maturazione complessiva dello studente.

Il peso dell’orale resterà pari a 20 punti, come avviene oggi, ma la commissione sarà chiamata a giudicare anche il livello di maturità raggiunto, la capacità di argomentare, il pensiero critico e l’atteggiamento collaborativo. «Non si tratta solo di sapere i logaritmi o interpretare un sonetto di Ungaretti», ha detto Valditara, «ma di dimostrare di essere cresciuti come persone, dopo cinque anni di scuola superiore».

Tra le novità in discussione, vi è anche la possibilità di inserire nella griglia di valutazione elementi legati all’impegno extrascolastico, alla cittadinanza attiva e al comportamento durante l’anno. La riforma Valditara per la maturità 2026 sarà presentata nei prossimi mesi.

Il ministero sta lavorando a una norma specifica che stabilisca chiaramente le conseguenze per chi rifiuta l’esame orale: l’obiettivo è evitare ambiguità e garantire una base giuridica solida alla sanzione della ripetizione dell’anno.

Reazioni nel mondo scolastico: tra consenso e critiche

L’annuncio ha diviso il mondo dell’istruzione. Da un lato, molti docenti e dirigenti scolastici hanno espresso approvazione per la linea del ministro. «L’esame deve mantenere la sua serietà», ha commentato un dirigente di un liceo romano. «Non possiamo tollerare che un atto di protesta equivalga a un lasciapassare verso il diploma».

Dall’altro, diverse associazioni studentesche hanno criticato duramente la proposta. La Rete degli Studenti Medi ha parlato di una “punizione punitiva” che non tiene conto del disagio reale degli adolescenti. «I ragazzi che fanno scena muta lanciano un grido d’allarme», ha dichiarato Paolo Notarnicola, portavoce nazionale. «Rispondere con la bocciatura significa negare il confronto e soffocare il dissenso».

Anche alcuni pedagogisti hanno espresso perplessità, sottolineando che il rischio è quello di trasformare l’esame orale in un momento di tensione e conflitto, anziché in una prova costruttiva. Secondo lo scrittore e insegnante Eraldo Affinati, «se i docenti non conoscono gli studenti nel profondo, la scuola resterà un luogo noioso, incapace di far crescere davvero».

Il dibattito è aperto e potrebbe intensificarsi nei prossimi mesi, man mano che la proposta di riforma entrerà nel vivo del confronto politico e istituzionale.

Scritto da: Matteo Respinti

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