Listeners:
Top listeners:
GR News
Giornale Radio
Radio Podcast
Radio Italia Network
today30 Luglio 2025
Mosca accusa ufficialmente Sergio Mattarella, Antonio Tajani e Guido Crosetto di “russofobia”. La pubblicazione di una lista nera da parte del ministero degli Esteri russo in cui compaiono le massime cariche dello Stato italiano ha provocato una crisi diplomatica senza precedenti. Roma convoca l’ambasciatore russo, mentre Meloni denuncia una “provocazione inaccettabile”.
In un contesto internazionale già segnato dalla guerra in Ucraina e dalle sanzioni europee, la Russia ha pubblicato sul proprio sito ufficiale una lista denominata “Esempi di manifestazioni di russofobia”. In questo elenco vengono citate figure istituzionali occidentali accusate di alimentare l’ostilità contro la Federazione Russa. Per la prima volta, tra i nomi compaiono anche tre alti rappresentanti dello Stato italiano: il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il ministro degli Esteri Antonio Tajani e il ministro della Difesa Guido Crosetto.
La sezione, lanciata dal ministero degli Esteri di Mosca, contiene citazioni datate e decontestualizzate di discorsi pubblici in cui i leader occidentali hanno espresso critiche all’invasione russa dell’Ucraina. Un’iniziativa che il Cremlino presenta come documentazione di presunti “attacchi verbali ostili”, ma che l’Italia e i partner europei interpretano come un gesto ostile e deliberatamente provocatorio.
Nel caso di Mattarella, le frasi contestate provengono da due discorsi ufficiali: la lectio magistralis pronunciata all’Università di Marsiglia a febbraio 2025, nella quale l’aggressione russa era stata paragonata a quella del Terzo Reich, e il discorso commemorativo per l’ottantesimo anniversario della battaglia di Montecassino, in cui il capo dello Stato aveva parlato della «tragedia inumana del popolo ucraino».
La “russofobia” contestata ai ministri Tajani e Crosetto si basa su dichiarazioni rilasciate al quotidiano Il Messaggero nel 2024. Tajani, in occasione del 25 aprile, aveva auspicato che durante le celebrazioni della Liberazione sventolassero anche le bandiere ucraine, in segno di solidarietà con un popolo aggredito. Crosetto, da parte sua, aveva affermato che l’obiettivo del presidente russo Vladimir Putin fosse «l’occupazione dell’intera Ucraina», denunciando un progetto imperialista in pieno contrasto con l’ordine internazionale.
Sono affermazioni di natura politica, espressione della linea ufficiale del governo italiano e coerenti con le posizioni della Nato e dell’Unione Europea. Tuttavia, il Cremlino le ha selezionate per inserirle in un elenco che rappresenta, di fatto, una “black list” non ufficiale degli oppositori occidentali più critici nei confronti della Russia.
L’Italia diventa così il primo Paese europeo in cui vengono presi di mira direttamente sia il capo dello Stato sia due membri chiave del governo. Un’escalation che sottolinea come la “russofobia” sia usata da Mosca come strumento di propaganda e intimidazione diplomatica.
Di fronte all’iniziativa russa, la reazione di Roma è stata immediata e dura. Il ministro Antonio Tajani ha convocato l’ambasciatore della Federazione Russa Aleksej Paramonov alla Farnesina per chiedere spiegazioni e trasmettere la protesta formale del governo italiano. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha definito l’inserimento di Mattarella, Tajani e Crosetto nella lista della russofobia «una provocazione inaccettabile» e «un tentativo propagandistico di distogliere l’attenzione dalle responsabilità russe nella guerra in Ucraina».
Solidarietà ai tre esponenti italiani è arrivata da tutte le principali forze politiche, sia di governo sia di opposizione. Elly Schlein ha parlato di «un atto grave e ingiustificabile contro le nostre istituzioni». Matteo Renzi ha dichiarato: «È un onore essere accusati da Putin: significa che stiamo dalla parte giusta della Storia». Anche Lorenzo Fontana, presidente della Camera, ha espresso vicinanza alle figure colpite, evidenziando la necessità di mantenere un fronte nazionale unito.
Nel frattempo, il Quirinale ha scelto di non rilasciare commenti ufficiali, ma fonti vicine al presidente hanno parlato di “stupore” e “incredulità” per un gesto senza precedenti, considerato del tutto inaccettabile nei rapporti tra Stati sovrani.
L’uso del termine russofobia da parte del Cremlino è sempre più frequente nelle dichiarazioni ufficiali e nei documenti diplomatici. La parola chiave “russofobia” è impiegata in Russia per etichettare qualsiasi critica politica come ostilità razziale o culturale, equiparando i dissensi legittimi a un presunto odio sistemico verso la Russia e il suo popolo.
Nel caso italiano, la novità è l’inserimento di una figura super partes come il presidente della Repubblica. Si tratta di un gesto che oltrepassa il confronto politico e colpisce direttamente l’immagine dell’Italia come Paese democratico e garante del diritto internazionale. La crisi diplomatica legata alla russofobia rischia quindi di consolidare un clima di ostilità tra Italia e Russia, con ricadute anche sul piano delle relazioni economiche e culturali già fortemente ridotte dal 2022 in poi.
Nel quadro più ampio, l’episodio dimostra come Mosca cerchi di rafforzare la propria narrativa interna, demonizzando i leader occidentali per compattare l’opinione pubblica russa attorno al governo e giustificare l’isolamento internazionale. Tuttavia, la scelta di colpire una figura come Mattarella rischia di ritorcersi contro: l’Italia, come hanno dimostrato le reazioni bipartisan, non sembra disposta a tollerare forme di intimidazione diplomatica mascherate da campagne informatiche.
Scritto da: Matteo Respinti
Testata Giornalistica “GR News” registrata presso il Tribunale di Milano - Registro Stampa N° 194/2022 | GR News - Iscrizione al R.O.C. Registro Operatori della Comunicazione – Reg. n° 33572 - Copyright ©2025 Nextcom Srl – Società editoriale - P. IVA 06026720968 - TEL 02 35971400 – WHATSAPP 349 182 75 01
Commenti post (0)