In Primo Piano

Aumenti stipendi dipendenti comunali 2025: fino a 277 euro in più

today24 Ottobre, 2025

Sfondo

Per i dipendenti comunali e di tutti gli enti locali è in arrivo un incremento retributivo significativo. Il nuovo contratto collettivo nazionale delle Funzioni locali porterà un aumento medio di circa 142 euro lordi al mese, seguito da un ulteriore rinnovo che porterà la cifra complessiva fino a 277 euro in più in busta paga. Le trattative sono ancora in corso, ma la firma definitiva potrebbe arrivare già entro inizio novembre.

Il nuovo contratto per i dipendenti comunali

Il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro (Ccnl) delle Funzioni locali, valido per il triennio 2022-2024, è ormai alle battute finali. Sul tavolo dell’Aran, l’Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni, c’è una proposta di aumento medio di 141,97 euro lordi mensili, distribuiti su tredici mensilità, oltre al riconoscimento di 1.770 euro di arretrati per il periodo già trascorso.

La trattativa riguarda circa 430 mila dipendenti comunali, nelle Regioni, nelle Province e nelle Città metropolitane. Dopo anni di blocchi e rinnovi parziali, il nuovo contratto mira a recuperare almeno in parte la perdita di potere d’acquisto dovuta all’inflazione. Tuttavia, i sindacati sottolineano che le cifre proposte non sono ancora sufficienti per colmare il divario con altri comparti pubblici.

Quando scattano gli aumenti e quanto valgono

Secondo la proposta dell’Aran, gli aumenti per i dipendenti comunali del triennio 2022-2024 entreranno in vigore non appena sarà firmato il contratto, probabilmente entro novembre 2025, con il pagamento degli arretrati che potrebbe arrivare già entro fine anno. Subito dopo, partirà la trattativa per il nuovo contratto 2025-2027, che prevede incrementi aggiuntivi tra 90 e 135 euro lordi al mese.

Sommando i due interventi, i dipendenti comunali potranno arrivare a un aumento complessivo di 277 euro mensili, con arretrati totali di 2.195 euro. Le cifre variano a seconda dell’inquadramento e del livello contrattuale, ma rappresentano comunque il riallineamento più consistente degli ultimi anni nel settore degli enti locali.

La riunione decisiva tra Aran e sindacati è fissata per il 3 novembre 2025, data nella quale si punta alla chiusura definitiva del contratto per i dipendenti comunali 2022-2024.

Le richieste dei sindacati e il confronto con gli statali

Cgil e Uil spingono per aumenti più alti, sottolineando come gli stipendi dei dipendenti comunali siano tra i più bassi della pubblica amministrazione. In molte amministrazioni locali, infatti, le retribuzioni restano inferiori di oltre il 20% rispetto a quelle ministeriali, pur a parità di titoli e responsabilità.

«È necessario riconoscere un adeguamento reale, non solo simbolico, ai lavoratori che garantiscono ogni giorno i servizi essenziali ai cittadini», ha dichiarato la Funzione Pubblica Cgil. La Cisl, invece, adotta una linea più pragmatica, chiedendo di chiudere subito il contratto in corso per non far slittare ulteriormente la successiva tornata negoziale.

Le parti sociali puntano inoltre a rivedere il trattamento accessorio, ovvero le indennità e i premi, per allinearlo progressivamente a quello dei dipendenti dei ministeri. Un obiettivo su cui anche il governo ha espresso apertura.

Il ruolo del governo Meloni e le risorse in manovra

La legge di bilancio 2026 ha già stanziato risorse per sostenere il rinnovo contrattuale. Nel dettaglio, sono previsti 50 milioni di euro per il 2027 e 100 milioni l’anno a partire dal 2028 per la «progressiva armonizzazione dei trattamenti economici accessori» del personale degli enti locali. L’intervento dovrebbe servire a ridurre lo storico divario tra chi lavora negli uffici comunali e chi nei ministeri.

Le risorse, tuttavia, non sono immediate. I sindacati chiedono che le prime misure vengano anticipate al 2026, in modo da dare un segnale concreto già nel breve periodo. «Non possiamo chiedere ai lavoratori di attendere ancora due anni per vedere in busta paga quanto promesso», ha spiegato la Uil-Fpl, sollecitando un’accelerazione politica.

Il governo, dal canto suo, punta a mantenere i conti pubblici sotto controllo, ma ha lasciato intendere che ulteriori fondi potrebbero essere reperiti in corso d’opera, se l’andamento delle entrate lo permetterà. In ogni caso, la chiusura del contratto 2022-2024 resta il primo passo necessario per procedere con i rinnovi futuri.

Verso il rinnovo 2025-2027: tempi e prospettive

Una volta firmato l’accordo per il triennio 2022-2024, partirà immediatamente la trattativa per il contratto 2025-2027, che dovrebbe avere tempi più rapidi grazie alla base già definita. L’obiettivo è quello di evitare nuovi ritardi e dare maggiore stabilità ai lavoratori degli enti locali.

Gli aumenti previsti, tra 90 e 135 euro al mese, saranno calibrati anche in funzione dell’andamento dell’inflazione e delle risorse disponibili in manovra. Si discuterà inoltre di progressioni di carriera, formazione e digitalizzazione dei servizi pubblici, temi considerati centrali per migliorare l’efficienza della macchina amministrativa.

In definitiva, se il calendario sarà rispettato, dal 2026 i dipendenti comunali potranno contare su stipendi più alti e contratti rinnovati, con un impatto positivo anche sulla capacità degli enti di attrarre nuove figure professionali, oggi spesso penalizzate da retribuzioni poco competitive.

Scritto da: Matteo Respinti

Commenti post (0)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati con *