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Il Judo riammette i russi: la svolta storica della IJF

today27 Novembre, 2025

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La notizia segna un punto di svolta nello sport internazionale: il judo riammette i russi, e lo fa con piena rappresentanza nazionale. Dall’invasione dell’Ucraina nel febbraio 2022 nessuna federazione mondiale aveva adottato una scelta tanto netta, limitandosi a consentire, quando previsto, la partecipazione come atleti neutrali. La Federazione internazionale di judo, la IJF, diventa così il primo organismo internazionale a restituire agli atleti russi inno, bandiera e colori ufficiali. Una decisione che riapre il dibattito sulla neutralità delle competizioni e sulla responsabilità dello sport in un contesto geopolitico ancora instabile.

Una scelta senza precedenti: la IJF rompe l’isolamento sportivo della Russia

L’annuncio è arrivato tramite un comunicato ufficiale nel quale la IJF rivendica di aver affrontato “forti pressioni geopolitiche” mantenendo unità e sicurezza delle competizioni. Da venerdì, in occasione del Grand Slam di Abu Dhabi, gli atleti russi torneranno quindi a gareggiare come rappresentanti della Federazione russa, segnando la prima eccezione nel panorama sportivo internazionale.

La decisione si distacca dalle linee adottate da altre organizzazioni. Finora, seppure in alcuni contesti fosse stata concessa la partecipazione ai russi, questo era avvenuto solo in forma neutrale: dalla scherma, che aveva aperto agli atleti di Mosca agli europei del 2023 e ai mondiali 2025, alle Olimpiadi di Parigi 2024, fino ai mondiali di nuoto. Nessuna federazione aveva però ripristinato inno e bandiera russa, considerati simboli politici e quindi esclusi dalle arene internazionali sin dall’inizio del conflitto.

Nel comunicato, la IJF sottolinea la volontà di trattare ogni Paese “a parità di condizioni”, spiegando che “il judo riammette i russi” non come gesto politico, ma come scelta di continuità con i valori di equità e inclusività che caratterizzano la disciplina. La federazione aggiunge che la decisione segue il recente ripristino della piena rappresentanza anche per gli atleti bielorussi.

Il rapporto storico tra il judo e Mosca: da Putin a Ezio Gamba

Dietro la scelta della federazione si intravede anche la storia di un legame profondo. Il judo è da sempre una disciplina centrale per la Russia contemporanea e per il suo presidente Vladimir Putin, grande appassionato e praticante. Putin, che per anni ha promosso la disciplina in patria, era stato nominato presidente onorario della IJF nel 2008, salvo poi essere sospeso nel 2022 a causa dell’invasione dell’Ucraina.

A rafforzare la connessione tra la Russia e il mondo del judo c’è anche il rapporto personale tra Putin e Marius Vizer, presidente della IJF da quasi vent’anni. A ciò si aggiunge la figura dell’italiano Ezio Gamba, uno dei più grandi judoka della storia italiana, che negli anni ha ricoperto il ruolo di direttore tecnico della nazionale russa e allenato lo stesso Putin nelle discipline di autodifesa.

In questo contesto, erano in molti a ritenere che proprio il judo potesse essere la prima disciplina a compiere un passo indietro rispetto alle sanzioni sportive. Con la decisione annunciata oggi, questa previsione si concretizza pienamente.

Neutralità e valori: la IJF spiega perché il judo riammette i russi

La parte più significativa del comunicato riguarda la filosofia con cui la federazione motiva la scelta. “Lo sport è l’ultimo ponte che unisce persone e nazioni in situazioni di conflitto”, scrive la IJF. Il messaggio è chiaro: gli atleti non devono essere ritenuti responsabili delle decisioni dei governi o delle istituzioni politiche. Per questo motivo, secondo la federazione, la loro esclusione totale non rappresenterebbe una forma di giustizia, bensì un trasferimento improprio delle conseguenze del conflitto.

Nel comunicato si legge anche che il judo riammette i russi perché la disciplina “non può essere piegata ad agende geopolitiche” e deve rimanere “neutrale, indipendente e fedele ai valori di pace, unità e amicizia”. Un riferimento diretto al codice etico giapponese che guida il judo moderno, fondato sui principi di rispetto e armonia.

Molti osservatori sottolineano inoltre che la Russia è storicamente una delle nazioni più forti nel judo mondiale. La federazione riconosce esplicitamente questo dato, spiegando che il ritorno degli atleti russi contribuirà a “innalzare il livello competitivo a tutti i livelli”.

Gli effetti internazionali: un precedente che può cambiare tutto

La decisione segna un momento di svolta nello scenario sportivo globale. Fino a oggi, le federazioni internazionali avevano scelto linee di compromesso, mantenendo la neutralità degli atleti ma escludendo i simboli nazionali. Il fatto che proprio il judo riammette i russi con inno e bandiera potrebbe ora generare un effetto domino: alcune discipline potrebbero seguire la stessa strada, mentre altre potrebbero irrigidire le proprie posizioni per differenziarsi.

Il contesto è delicato, soprattutto in vista dei prossimi grandi appuntamenti internazionali, dalle qualificazioni olimpiche ai mondiali delle principali discipline. La mossa della IJF rende inevitabile la domanda: fino a che punto lo sport potrà continuare a considerarsi neutrale in un contesto geopolitico sempre più conflittuale?

La risposta arriverà nei prossimi mesi. Per ora, resta il dato storico: il judo riammette i russi, e lo fa rompendo un tabù che durava dal 2022.

Scritto da: Matteo Respinti

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