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today16 Luglio 2025
La Procura di Milano ha chiesto misure cautelari per sei persone, tra cui l’assessore comunale Giancarlo Tancredi e l’imprenditore Manfredi Catella. Al centro dell’inchiesta urbanistica Milano ci sarebbero episodi di corruzione, falso e conflitti d’interesse legati alla trasformazione del territorio cittadino.
Mercoledì 16 luglio 2025, la Procura di Milano ha chiesto gli arresti domiciliari per Giancarlo Tancredi, assessore alla Rigenerazione urbana del Comune di Milano, e per Manfredi Catella, fondatore e ceo del gruppo immobiliare Coima, protagonista di molte delle principali trasformazioni urbane milanesi. Richiesta invece la custodia cautelare in carcere per altri quattro indagati, tutti legati al mondo della progettazione e dell’edilizia privata.
Secondo quanto trapelato, l’inchiesta urbanistica Milano si concentra su un presunto sistema di favori, incarichi e approvazioni che avrebbe facilitato gli interessi dei grandi operatori immobiliari, a discapito della trasparenza e della legalità nell’amministrazione del territorio cittadino.
Oltre a Tancredi e Catella, risultano indagati Giuseppe Marinoni, ex presidente della Commissione Paesaggio; Alessandro Scandurra, ex membro della stessa commissione; Andrea Bezziccheri, legato alla società Bluestone; e Federico Pella, associato a J+S. Le accuse, a vario titolo, sono corruzione urbanistica, falso ideologico e abuso d’ufficio.
Uno degli elementi centrali dell’inchiesta urbanistica Milano è l’ipotesi, formulata dalla Procura, dell’esistenza di un “Pgt ombra”, un piano alternativo non ufficiale che avrebbe orientato le principali decisioni urbanistiche della città. A promuoverlo, secondo i pm, sarebbe stato Marinoni con la “copertura e consapevolezza” dell’assessore Tancredi.
La Procura descrive un sistema in cui alcuni architetti e consulenti tecnici, grazie alla loro posizione nelle commissioni comunali, ricevevano incarichi privati da investitori e sviluppatori, ottenendo in cambio l’accelerazione o l’approvazione di interventi edilizi rilevanti. Il gruppo Coima, guidato da Catella, è al centro delle indagini per i progetti su aree strategiche come lo Scalo di Porta Romana, Porta Nuova e la Biblioteca degli Alberi.
Secondo i magistrati, questo intreccio di interessi privati e pubblici avrebbe generato un grave conflitto d’interessi, tale da compromettere la correttezza dei processi decisionali comunali. Una dinamica che, se confermata, metterebbe in discussione l’intero assetto con cui negli ultimi anni sono stati guidati gli sviluppi urbanistici di Milano.
Nella stessa giornata del 16 luglio, gli uomini del nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza hanno eseguito nuove perquisizioni, compresa l’abitazione e l’ufficio di Tancredi. Contestualmente sono stati notificati gli inviti a comparire per gli interrogatori preliminari davanti al gip Mattia Fiorentini. L’atto è stato consegnato a Catella poco prima della sua partenza in aereo per un viaggio programmato.
Nel frattempo, il giudice dovrà ora valutare se accogliere o meno le richieste cautelari avanzate dalla Procura, guidata dai pm Marina Petruzzella, Paolo Filippini e Mauro Clerici, con il coordinamento dell’aggiunto Tiziana Siciliano. Una prima decisione è attesa nei prossimi giorni.
Tra i nomi coinvolti spunta anche quello dell’architetto Stefano Boeri. Per lui non sono state chieste misure cautelari, ma è comunque oggetto di perquisizioni. Boeri è già imputato in altri procedimenti, tra cui quelli relativi alla Biblioteca Europea e al progetto Bosconavigli, per reati come turbativa d’asta e abuso edilizio.
L’inchiesta urbanistica Milano non si limita agli aspetti penali: ha già prodotto un terremoto politico. Giancarlo Tancredi è considerato una figura chiave della giunta guidata da Beppe Sala, con un ruolo strategico nella definizione del volto della città del futuro. Il coinvolgimento diretto dell’assessore mette ora in discussione la tenuta dell’intero impianto amministrativo milanese.
Diversi esponenti delle opposizioni in Consiglio comunale, in particolare di Fratelli d’Italia, chiedono le dimissioni di Tancredi e pongono interrogativi sulla posizione del sindaco. «È credibile che il primo cittadino non sapesse nulla di quanto stava accadendo?» è la domanda che molti stanno sollevando, mentre si fa largo l’ipotesi di una commissione d’inchiesta consiliare per fare chiarezza.
Anche il ruolo dei grandi attori privati, a cominciare da Coima, è ora al vaglio dell’opinione pubblica. Le trasformazioni urbane che hanno ridisegnato interi quartieri (da Porta Nuova a Porta Romana) vengono oggi riviste alla luce di sospetti e ombre che, se confermate, potrebbero avere conseguenze durature.
L’inchiesta urbanistica Milano solleva infine dubbi più ampi sul modello di sviluppo seguito dalla città nell’ultimo decennio: un modello spesso elogiato come “smart” e innovativo, ma che rischia ora di essere ricordato anche per un sistema opaco di relazioni tra politica, architettura e finanza immobiliare.
Scritto da: Matteo Respinti
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