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today17 Luglio 2025
False dichiarazioni e induzione indebita: sono queste le accuse che coinvolgono il sindaco Beppe Sala nell’ambito dell’inchiesta urbanistica Milano. L’indagine, che ha già portato a richieste di arresto per l’assessore Giancarlo Tancredi e l’immobiliarista Manfredi Catella, scuote il “modello Milano” e mette in discussione la gestione delle trasformazioni urbane negli ultimi anni.
L’inchiesta urbanistica Milano coinvolge ventuno persone, con sei richieste di arresto e accuse gravi che spaziano dalla corruzione al falso, fino all’abuso di potere. Tra i nomi più noti figurano l’assessore alla Rigenerazione urbana Giancarlo Tancredi, per cui sono stati chiesti i domiciliari, e Manfredi Catella, fondatore del gruppo immobiliare Coima, per cui si chiede il carcere. Coinvolto anche l’ex presidente della Commissione Paesaggio Giuseppe Marinoni, definito dai magistrati un “faccendiere spregiudicato”.
Ma la vera notizia è che anche il sindaco Beppe Sala è ora formalmente indagato. Le accuse nei suoi confronti sono due: false dichiarazioni su qualità personali proprie o di altri, e concorso in induzione indebita a dare o promettere utilità. Secondo la Procura, avrebbe sostenuto scelte funzionali agli interessi di un sistema che ha privatizzato la gestione urbanistica della città.
Le indagini sono il proseguimento del primo filone che, nel marzo 2025, aveva portato all’arresto dell’ex direttore dello Sportello Unico Edilizia Giovanni Oggioni. Da allora, la Procura ha ricostruito un quadro sempre più esteso di una rete occulta che avrebbe orientato le decisioni pubbliche a favore di pochi soggetti legati al mondo immobiliare, riducendo la funzione pubblica della pianificazione a una pratica opaca e deregolata.
Il nome di Beppe Sala compare più volte nei documenti della Procura relativi all’inchiesta urbanistica Milano. Un primo punto critico riguarda la nomina di Giuseppe Marinoni alla presidenza della Commissione Paesaggio. Marinoni, secondo gli inquirenti, si trovava in un evidente conflitto d’interesse, omesso e negato falsamente, mentre riceveva incarichi da Coima, la società di Catella. Ciononostante, la sua nomina fu confermata proprio dal sindaco Sala su proposta dell’assessore Tancredi. È su questo episodio che si fonda l’ipotesi di false dichiarazioni.
Il secondo filone riguarda la vicenda del restyling del “Pirellino”, ex sede comunale ceduta nel 2019 e ancora oggetto di contenzioso. Secondo gli atti, Stefano Boeri, anch’egli indagato, avrebbe fatto pressioni sul sindaco via WhatsApp affinché il parere negativo della Commissione Paesaggio sul progetto venisse ribaltato. Il messaggio è definito dai magistrati «duro e di comando»: «Prendilo come warning per domani», scrive Boeri. Sala risponde il giorno stesso: «Devo fidarmi del giudizio di Giancarlo», riferendosi all’assessore Tancredi.
Il giorno seguente, la Commissione esprime parere favorevole condizionato. I pm leggono questo passaggio come una conseguenza diretta delle pressioni, tanto che l’accusa ipotizza il reato di concorso in induzione indebita.
L’inchiesta urbanistica Milano va ben oltre le singole responsabilità penali, e solleva interrogativi profondi sul cosiddetto “modello Milano”. Secondo i magistrati, si è instaurata una prassi degenerata e sistemica, basata su deroghe, autocertificazioni e uso distorto degli strumenti urbanistici. Il meccanismo chiave è la cosiddetta “Scia”, la Segnalazione certificata di inizio attività, che ha permesso di abbattere edifici, ricostruirli e alzare torri senza piani attuativi, aggirando così gli standard urbanistici e le opere di compensazione.
Una determina comunale del 2018 e una circolare del 2023 avrebbero ulteriormente favorito la densificazione verticale del tessuto urbano, spacciandola per rigenerazione urbana. I progetti passavano attraverso la Commissione Paesaggio, che per i pm era di fatto asservita agli interessi di alcuni operatori. «Una degenerazione eversiva», scrivono i magistrati, che ha consentito lo “svilimento dell’interesse pubblico”.
In questo sistema, Marinoni avrebbe avuto un ruolo centrale. Non solo approvava i progetti, ma otteneva anche il patrocinio del Comune per iniziative come “Nodi e Porte Metropolitane Milano 2050”, ritenute dalla Procura meri strumenti di speculazione edilizia.
L’iscrizione del sindaco nell’inchiesta urbanistica Milano ha subito generato un terremoto politico. Sala ha respinto le accuse e criticato duramente il metodo: «Trovo allucinante che il sindaco apprenda dai giornali di essere indagato e non dalla Procura». Sulla nomina di Marinoni, ha chiarito che la scelta è stata fatta da una struttura tecnica e che «non ha mai avuto rapporti diretti» con lui. Quanto al “Pirellino”, il sindaco ha ricordato che la vendita è avvenuta nel 2019 e che da allora i lavori non sono mai partiti: «Altro che pressioni, è stato un conflitto continuo».
Fonti vicine al sindaco parlano tuttavia di una persona «demoralizzata», pur senza intenzione (al momento) di dimettersi. La destra chiede le dimissioni con decisione, pur essendo anch’essa coinvolta in passato nella proposta della cosiddetta legge “Salva-Milano”, poi affossata dopo gli arresti di marzo. Anche la sinistra di governo appare in difficoltà, e non mancano riflessioni critiche all’interno della maggioranza.
Scritto da: Matteo Respinti
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