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Ponte sullo Stretto: firmato l’accordo per le opere accessorie, verso il via libera del Cipess

today16 Luglio 2025

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Il nuovo accordo di programma siglato al Ministero delle Infrastrutture segna un passaggio chiave per la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina. Coinvolte tutte le istituzioni interessate e i grandi player delle infrastrutture.

Un passo avanti decisivo per il Ponte sullo Stretto di Messina

Il Ponte sullo Stretto di Messina si avvicina a un nuovo traguardo. Con la firma dell’accordo di programma dedicato alle opere accessorie, prende forma la rete di interventi necessari a garantire la piena funzionalità trasportistica dell’infrastruttura. L’intesa, siglata al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, coinvolge Governo, Regioni, società pubbliche e private: un fronte compatto per accompagnare uno dei progetti più ambiziosi d’Italia.

«Il nuovo Accordo di Programma è un ulteriore importante step dell’iter realizzativo dell’opera», ha dichiarato l’amministratore delegato della società Stretto di Messina, Pietro Ciucci, sottolineando che l’obiettivo dell’intesa è quello di «definire e regolare preventivamente gli impegni e i ruoli di ciascuno per ottimizzare i tempi di realizzazione del ponte e dei suoi raccordi».

In attesa dell’approvazione definitiva da parte del Cipess, prevista secondo il ministro Matteo Salvini entro luglio, l’accordo rappresenta un passaggio tecnico-politico fondamentale per integrare il Ponte sullo Stretto nella rete autostradale e ferroviaria nazionale.

Le opere accessorie: infrastrutture stradali, alta velocità e riqualificazione urbana

La firma dell’accordo apre la strada a una serie di opere strategiche, tra cui il rifacimento del lungomare di Villa San Giovanni, nuovi tratti ferroviari per l’alta velocità e soluzioni metropolitane per la città di Messina. Obiettivo: garantire che il ponte sullo Stretto di Messina non sia solo una grande opera ingegneristica, ma anche un nodo funzionale e integrato nella mobilità del Mezzogiorno.

Per quanto riguarda le opere stradali, Anas consegnerà alla società Stretto di Messina l’area di servizio Villa San Giovanni Est, già dismessa, subito dopo la delibera del Cipess. Inoltre, verrà avviata la delocalizzazione dell’area di servizio Villa San Giovanni Ovest. Un attraversamento autostradale tra le due ex aree di servizio consentirà l’efficienza logistica dei cantieri.

Sul fronte ferroviario, Rete Ferroviaria Italiana (Rfi) si occuperà del completamento della linea ad alta velocità Salerno-Reggio Calabria. In particolare, saranno realizzati il lotto Buonabitacolo–Praia e il lotto Gioia Tauro–Reggio Calabria. Entro il 2032 è previsto anche il collegamento tra l’infrastruttura principale e la linea ferroviaria tradizionale, tramite i rami di connessione verso Villa San Giovanni e Reggio Calabria.

La città di Messina beneficerà inoltre della realizzazione della nuova stazione di Messina Gazzi, destinata a diventare un nodo intermodale fondamentale, e della rifunzionalizzazione della storica Messina Centrale. A queste si aggiungono le fermate metropolitane previste nelle località di Papardo, Annunziata ed Europa, per sfruttare anche in chiave urbana la nuova infrastruttura ferroviaria. Il ponte sullo Stretto di Messina diventa così anche un volano per la mobilità sostenibile locale.

Il ruolo del Cipess e il nodo con Bruxelles

Il vero passaggio chiave per l’avvio dell’opera principale resta però l’approvazione del progetto da parte del Cipess, il Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile. Si tratta del passaggio che darà il via libera al progetto definitivo aggiornato, alla dichiarazione di pubblica utilità e al piano finanziario dell’intervento. Il tutto sarà accompagnato dai risultati della conferenza dei servizi e dalle conclusioni della commissione tecnica sulla valutazione d’impatto ambientale.

Proprio su quest’ultimo fronte si inserisce il delicato tema del rapporto con l’Unione europea. Il governo italiano è infatti in attesa di chiarimenti da Bruxelles sulla possibile classificazione del ponte sullo Stretto di Messina anche come opera a valenza strategica-militare. In questo caso, l’opera potrebbe rientrare nelle spese computabili per il raggiungimento della soglia del 5% delle spese pubbliche dedicate alla difesa e alla sicurezza, come previsto da un accordo europeo in discussione.

L’eventuale inclusione del ponte tra le opere dual use (cioè con impatto sia civile che militare) potrebbe facilitare l’accesso a fondi comunitari o alleggerire i vincoli di bilancio. Una partita ancora aperta, che il governo italiano segue con attenzione anche alla luce dei futuri rapporti con la Commissione europea.

Tutti i protagonisti dell’accordo: un fronte istituzionale e infrastrutturale compatto

Alla firma dell’accordo erano presenti, oltre al ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, anche il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, i presidenti di Regione Renato Schifani (Sicilia) e Roberto Occhiuto (Calabria), l’amministratore delegato della società Stretto di Messina Pietro Ciucci, l’ad di Rfi Aldo Isi, quello di Anas Claudio Gemme e il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alessandro Morelli. Una presenza trasversale che conferma l’impegno coordinato dello Stato e delle autonomie locali.

«Il ponte – ha sottolineato ancora Ciucci – è una tessera fondamentale della mobilità stradale e ferroviaria del Paese. Il documento firmato oggi è la testimonianza dell’impegno e della condivisione dell’intero sistema italiano». Parole che riassumono la portata di un’operazione infrastrutturale che ambisce a ridefinire i collegamenti nel Sud Italia e a proiettare Calabria e Sicilia dentro una logica di rete nazionale ed europea.

Il ponte sullo Stretto di Messina, dunque, non sarà un’infrastruttura isolata, ma il perno di un sistema interconnesso. L’accordo sulle opere accessorie rafforza questa visione e avvicina l’avvio concreto dei lavori. Ora si attende solo il Cipess per accendere il semaforo verde definitivo.

Scritto da: Matteo Respinti

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