Tra affitti alle stelle, bollette indivisibili e poche agevolazioni: l’Italia dove vivere da soli costa quasi il doppio rispetto alle famiglie e l’indipendenza diventa un lusso per milioni di single.
Una nota a commento dei recenti dati Istat, pubblicata dalla Coldiretti segnala la scarsa convenienza economica presentata dal vivere da single in Italia. Non a caso – spiega l’Associazione dei coltivatori italiani – i numeri sono impietosi nel descrivere come il costo della vita delle persone che vivono sole sia quasi raddoppiato rispetto a quello delle famiglie.
E a questo proposito, il quadro economico che coinvolge i circa 8,8 milioni di single italiani descrive una realtà in cui il prezzo da pagare per vivere in autonomia risulta essere molto alto, al punto da sfiorare – come stima la Coldiretti – circa il doppio (e cioè, il + 80%) rispetto a quello di un membro di una famiglia media di tre persone.
Le spese alimentari e gli sprechi
Il primo dato allarmante è quello che arriva dal carrello della spesa, dove, in media, una persona che vive da sola spende 337 euro al mese per alimenti e bevande, contro i 220 euro che, invece, spende ogni componente di una famiglia tipo. E la differenza – chiarisce la Coldiretti è legata, essenzialmente, alla mancanza di formati alimentari adeguati per chi vive da solo e al costo maggiore dei prodotti in piccole quantità.
A questo aspetto bisogna pure aggiungere la più spiccata tendenza, da parte dei single, ad acquistare piatti pronti — spesso più costosi — con un conseguente e quasi inevitabile aumento degli sprechi alimentari. In altre parole, sempre secondo la Coldiretti, vivere da soli significa anche “dover pagare di più per mangiare meno”.
Bollette, casa e trasporti: costi raddoppiati
L’indagine in questione si sofferma, inoltre, anche sulle spese per bollette e trasporti, che sono più che raddoppiate (+156%) rispetto alla media pro capite di una famiglia di tre persone. E le cause di tutto ciò vanno individuate soprattutto negli appartamenti più piccoli – che costano di più al metro quadro, sia in affitto che all’acquisto – e nel fatto che tutte le utenze — luce, gas, internet — gravano, ovviamente, su una sola persona.
Anche usare l’auto da soli, senza la possibilità di dividere le spese, va a incidere notevolmente sul bilancio. E le stesse considerazioni si devono fare pure in merito alle spese che riguardano la salute (+87%) e i trasporti pubblici (+16%): tutte voci che contribuiscono ulteriormente ad ampliare il divario tra single e famiglie.
Solitudine non sempre scelta
Ma dietro questi numeri – osserva la Coldiretti – si nasconde spesso una realtà più complessa: infatti, non tutti coloro che vivono da soli lo fanno per libera scelta. Ad esempio, l’invecchiamento della popolazione italiana obbliga un numero sempre più crescente di anziani a vivere soli, con conseguenze che finiscono, inevitabilmente, per aggravare le difficoltà nel far fronte alle spese mensili.
Politiche pubbliche e disparità di trattamento
Tra l’altro, mentre i single devono affrontare tutti questi costi in perfetta solitudine, le politiche pubbliche tendono, invece, a privilegiare le famiglie numerose, attraverso agevolazioni mirate come il bonus mamme, il bonus bebè o il bonus asili nido. Misure pensate per sostenere la natalità e alleggerire il carico economico dei genitori, ma che poi, in pratica, concorrono ad accentuare la distanza economica tra chi vive in famiglia e chi affronta la vita da solo. Anche se esistono, comunque, sebbene meno pubblicizzati, pure dei sussidi destinati ai single.
Un problema strutturale e culturale
Lo scenario descritto dalla Coldiretti ci parla, quindi, di una sorta di disparità strutturale, per la quale, nel nostro Paese, vivere da soli non è solo più costoso, ma anche meno sostenuto. Pertanto, tra affitti più alti, bollette indivisibili e pochissime agevolazioni dedicate, l’indipendenza finisce per rappresentare un autentico per moltissimi single italiani. Una condizione che – conclude Coldiretti – “solleva interrogativi su quanto il Paese sia davvero pronto ad accogliere nuove forme di vita domestica e familiare, in una società dove la solitudine non è più un’eccezione ma una realtà sempre più diffusa”.
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