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today13 Novembre, 2025
Aumentano costantemente i turisti stranieri che scelgono il nostro Paese per le loro vacanze, invogliati dal fattore “gusto”.
A confermarlo è il Rapporto sul Turismo Enogastronomico presentato al BTO (Be Travel Onlife di Firenze), la più importante manifestazione italiana dedicata all’innovazione nel turismo. Rapporto che è stato curato da Roberta Garibaldi, presidente dell’Associazione Italiana Turismo Enogastronomico e docente all’Università di Bergamo.
Nell’esaminare in maniera comparativa i sei principali mercati esteri per l’Italia — e cioè, Germania Gran Bretagna, Stati Uniti, Austria, Svizzera e Francia – il Rapporto 2025 consente di comprendere non solo l’interesse nei confronti del turismo enogastronomico, ma anche le aspettative e le esperienze vissute dai viaggiatori stranieri in Italia.
L’Autrice della ricerca spiega, infatti, come il conoscere il modo in cui gli altri ci vedono e ci percepiscono, rappresenti il primo passo per governare il cambiamento in un settore che, oltre a crescere vistosamente, si sta affermando anche come uno dei “segmenti più dinamici dell’economia globale”.
Il Rapporto segnala che, negli ultimi tre anni, tra viaggi domestici ed internazionali, la quota di turisti che ha viaggiato per l’enogastronomia varia dal 60% per il Regno Unito al 74% per la Francia, con un aumento dal 2016 tra i 15 a 28 punti percentuali. E l’Italia – come destinazione del viaggio – è associata in larga misura, al cibo e al vino che, infatti, vengono citati dal 55% dei Tedeschi e degli Svizzeri/Austriaci e dal 54% degli Statunitensi; solo tra i Francesi che scelgono l’Italia a prevalere sono, invece, i monumenti storici (50%).
Nella scelta delle destinazioni, influiscono soprattutto la bellezza del paesaggio rurale (oltre l’80% in tutti i mercati, con un massimo dell’88% in Francia) e la presenza di di ristoranti locali (81% in Francia, 79% negli USA). In particolare, gli Americani attribuiscono maggiore valore alle esperienze tematiche (69%) ed ai ristoranti gourmet (59%).
Le principali motivazioni per scoprire l’enogastronomia sono, innanzitutto, il desiderio di sperimentare nuove esperienze (52% in GB e USA) e quello di arricchire il proprio bagaglio culturale (34% in Francia), cui segue il divertimento (36% USA). I Francesi si distinguono, inoltre, per concepire l’enogastronomia come occasione per concedersi un lusso (36%), mentre Tedeschi e Svizzeri/Austriaci per immergersi nei paesaggi agresti.
Le regioni italiane più attrattive per i turisti internazionali sono 1) la Toscana (nella misura del 69% per USA e Francia e del 66% per Austria e Svizzera); 2) la Sicilia (66% per Francia e 62% per USA); la Sardegna (63% Francia) e la Puglia (63% Francia).
Il Rapporto passa poi all’esame delle fonti ispirazionali del turismo, nelle quali i canali tradizionali sembrano giocare ancora un ruolo determinante: infatti, i consigli di amici e parenti arrivano ad incidere sulle decisioni per il 60% in Germania, GB e USA. Invece, per quanto concerne i mezzi scelti per la prenotazione delle esperienze, i canali digitali prevalgono soprattutto tra i Francesi e gli Statunitensi, mentre Tedeschi e Britannici tendono maggiormente a decidere sul posto.
Tra le esperienze gastronomiche prevalgono i ristoranti locali (nella misura del 68% per i Francesi e del 71% per Austriaci e Svizzeri), ma anche gli etnici, seguiti dalle visite in cantina (fino al 36% in area Austria e Svizzera), da quelle ai caseifici (34% in Francia) ed ai birrifici (25% Francia e 26% USA). La disponibilità di spesa per un pasto tipico spazia tra i 21 ed i 60 euro, mentre, per i tour in cantina con degustazione, oscilla tra i 21 ed i 40 euro.
Le esperienze in acetaia e nei musei del gusto si collocano, invece, per oltre la metà del campione intervistato, al di sotto dei 20 euro. In merito poi alle intenzioni di viaggio in Italia da parte dei turisti stranieri – che, tra l’altro, per i prossimi tre anni risultano essere molto alte – la quota dei “molto probabile + probabile” va dal 55% della Germania al 81% di Austria e Svizzera (con in mezzo il 59% di GB, il 57%degli USA ed il 70% della Francia).
Il Rapporto spiega, inoltre, come il turismo enogastronomico stia entrando in una nuova fase, nella quale il viaggiatore non cerca più soltanto un determinato piatto tipico, ma intende anche stabilire un rapporto più profondo con i territori, con le persone e le storie che li abitano.
Si osserva quindi, in altre parole, “un ritorno all’essenziale, fatto di esperienze semplici e radicate nel paesaggio, dove il valore risiede nei gesti dell’ospitalità e nella quotidianità della produzione agricola. Cresce parallelamente l’interesse per forme di intimità gastronomica, come tavoli dedicati, incontri diretti con chef e produttori, degustazioni per piccoli gruppi curate in modo personale”.
Infine, una delle sezioni più innovative del Rapporto è quella dedicata all’impatto dell’intelligenza artificiale. Già oggi, infatti, il 21% dei turisti americani e il 18% di quelli francesi pianificano il proprio viaggio attraverso piattaforme che la integrano e che diventeranno sempre più rilevanti non solo in termini di programmazione dell’esperienza, ma anche come mezzi di sostituzione delle attuali ricerche online.
E stiamo parlando di una rivoluzione che porta con sé la necessità, per tutte le aziende turistiche, di farsi sempre trovare nella condizione di poter essere selezionate dall’intelligenza artificiale: altrimenti se i loro dati non risulteranno aggiornati o leggibili dai sistemi AI, rischieranno seriamente di cessare di esistere digitalmente.
Scritto da: Ferruccio Bovio
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