Economia

Il Rapporto ISMEA – Qualivita sulla Dop Economy

today1 Dicembre, 2025

Sfondo

E’ stato presentato a Roma – alla presenza del Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigia – Il Rapporto ISMEA – Qualivita 2025 sulla Dop Economy italiana e sui valori economici e produttivi dei settori DOP/IGP agroalimentare e vitivinicolo.

Ricordiamo che l’ISMEA è l’Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare, mentre Qualivita è una Fondazione culturale che si dedica alla valorizzazione ed alla tutela delle produzioni agroalimentari e vitivinicole di qualità europee, con particolare attenzione su quelle italiane a denominazione di origine (DOP, IGP e STG).

Il trend positivo della Dop Economy

Il Rapporto rivela come il trend positivo della nostra DOP Economy proceda ininterrotto, avendo raggiunto, nel 2024, i 20,7 miliardi di euro di valore alla produzione (3,5% su base annua) ed avendo registrato una crescita del 25% rispetto al 2020: e si tratta di dati che attestano un contributo del 19% al fatturato complessivo dell’agroalimentare Made in Italy. Più in dettaglio, prosegue per il quarto anno consecutivo l’aumento del comparto del cibo che, infatti, con un +7,7% supera i 9,6 miliardi di euro, mentre il vino imbottigliato si conferma stabile 11 miliardi.

Export e impatto dei dazi USA

Per quanto poi concerne l’export, eccellenti risultati provengono sia dal settore del cibo (che, per la prima volta supera i 5 miliardi), che da quello del vino, che va oltre i 7 miliardi, portando, in tal modo, il valore totale delle esportazioni a 12,3 miliardi di euro: un balzo dell’8,2% rispetto all’anno precedente. Anche se è doveroso precisare che si tratta, pur sempre, di dati che non riflettono ancora le potenziali conseguenze provocate dai dazi Usa sulle varie filiere.

Conseguenze decisamente temute dalle nostre aziende, considerato che il 22% delle DOP e IGP italiane è spedito negli Stati Uniti. Non a caso, stando ad un sondaggio realizzato da Origin Italia (l’Associazione dei consorzi di tutela), a ottobre 2025 il 48% delle filiere ha già avvertito l’effetto negativo dei dazi americani ed il 61% dei Consorzi ha già avviato strategie di diversificazione dei mercati. Comunque, al momento in cui il Rapporto ISMEA – Qualitalia ferma la sua analisi, l’export italiano per cibo e vino, appare in fase di sviluppo sia verso i Paesi UE (con un + 5,9%), che verso quelli extra UE (con un + 10,4%).

Consorzi di tutela e analisi ISTAT

Ad aumentare, sempre nel 2024, è anche il numero dei Consorzi di tutela autorizzati dal Ministero dell’Agricoltura: e stiamo parlando di 328 realtà presenti in tutto il Paese, che coordinano il lavoro di 184mila operatori dei comparti cibo, vino e bevande spiritose, dando lavoro ad oltre 854mila addetti.

E a questo proposito, un’analisi pubblicata dall’ISTAT proprio sulle aziende della Dop Economy in Italia, ha fotografato un sistema produttivo guidato da imprenditori più giovani della media, con maggiore formazione specialistica, propensione all’innovazione e alla multifunzionalità: tutti elementi che si concretizzano in risultati economici più brillanti ed in una produzione standard media superiore di oltre tre volte rispetto al resto delle aziende agricole nazionali.

Andamento territoriale della Dop economy

A livello territoriale, nel 2024, la Dop economy evidenzia valori in crescita in quattordici regioni italiane su venti. Ed in particolare, sono le quattro regioni del Nord Est a segnalarsi come elemento trainante del comparto, raggiungendo un valore aggregato di 11,24 miliardi di euro, con il Veneto che, da solo, tocca i 5 miliardi. Bene anche il Nord Ovest, trainato per il secondo anno consecutivo dalla Lombardia, che raggiunge i 2,9 miliardi euro e che, con un +13,1%, cresce per il quarto anno di fila.

Ma ad espandersi è pure l’area rappresentata dal Sud e dalle Isole, che mette a segno un +3,4% su base annua, guidata dalla Puglia (+ 12,2%), cui seguono la Calabria (+ 8,2%), l’Abruzzo (+ 4,1%), la Sicilia (+ 4%) e la Campania (+3,1%). Meno lusinghiero è, invece, l’andamento del Centro Italia che, purtroppo, dopo la flessione del 2023, registra ancora un calo del -0,9%, nonostante il lieve recupero della Toscana (+0,5%) e la crescita dell’Umbria (+3,4%).

DOP e IGP nella Grande Distribuzione Organizzata

Infine, per quanto riguarda l’andamento dei prodotti DOP e IGP sugli scaffali della Grande Distribuzione Organizzata nazionale, il Rapporto spiega che, nel 2024, la spesa dei consumatori italiani italiana è aumentata del +1,1% ed ha raggiunto i 6,2 miliardi di euro, dei quali 4,3 sono stati destinati ai prodotti alimentari (+1,2%) ed 1,9 miliardi ai vini.

La dinamica delle DOP IGP risulta, inoltre, migliore rispetto a quella dei prodotti generici nei comparti più rilevanti: come ad esempio formaggi (+1% DOP IGP e stabili generici), prodotti a base di carne (+1,3% DOP IGP e -0,4% generici) e vino (+0,9% DOP IGP, +0,1% generici). A registrare i più alti tassi di crescita sono ancora i discount (+1,9%), mentre, a livello territoriale, è il Mezzogiorno l’area con in cui si rileva l’incremento maggiore (+4,7%). Tutte tendenze che hanno trovato conferma anche nei primi nove mesi del 2025.

Scritto da: Ferruccio Bovio

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