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today14 Luglio 2025
Tutto sulla rottamazione quinquies: copertura debiti 2000‑2023, zero interessi e fino a 8 rate non pagate prima della decadenza.
Prende sempre più corpo la prospettiva di un nuovo intervento agevolativo sulle cartelle esattoriali. Un eventuale provvedimento potrebbe, infatti, arrivare con la prossima manovra e, questa volta, riguardare tutti i contribuenti e non solo quelli in difficoltà.
In sostanza, si tratterebbe – soprattutto nelle intenzioni della Lega, ossia del partito che maggiormente spinge per questa soluzione nelle controversie tributarie – di una nuova rottamazione (rottamazione quinquies) che consentirebbe ai fruitori di chiudere, definitivamente, i propri conti col fisco e con gli enti previdenziali, estinguendo tutto il dovuto in dieci anni – e cioè, con 120 rate – senza, tra l’altro, pagare né interessi, né sanzioni.
A questo proposito però, il vice ministro per l’economia, Maurizio Leo, manifesta un orientamento più restrittivo, sostenendo che bisogna assolutamente evitare il rischio di andare a riproporre situazioni già verificatesi in occasione di precedenti rottamazioni: quando il 50% dei contribuenti ha onorato i propri impegni e l’altro 50% non l’ha fatto. Pertanto – prosegue il vice ministro nel suo ragionamento – se una rottamazione si deve fare, non dovrà, comunque, essere estesa a tutti quanti.
E in effetti, in passato, molti cittadini presentavano l’istanza per la rottamazione, ottenendo in tal modo, nell’arco di tempo che intercorreva tre la presentazione della domanda e la data di inizio dei pagamenti rateali, la revoca delle azioni esecutive a loro carico, fossero esse pignoramenti o fermi amministrativi. Dopo di che si riprendevano i soldi e i beni sequestrati, senza però dare affatto inizio alla liquidazione delle rate previste dall’accordo stabilito con l’Agenzia Riscossione.
Di conseguenza, Maurizio Leo intende limitare il numero dei beneficiari dell’eventuale nuovo intervento, onde impedire che “magari gente che ha grande disponibilità usi pretestuosamente questi strumenti, che danneggiano lo Stato e che danneggiano anche l’immagine che dobbiamo dare ai contribuenti onesti, perché la rottamazione suona male”. Per queste ragioni, si impone assolutamente la necessità di dare vita ad una “rottamazione ragionevole” e che escluda, quindi, i recidivi, quelli che presentano istanze e poi non pagano mai.
Rispetto alle precedenti rottamazioni, la nuova pace fiscale dovrebbe, comunque, garantire maggiore flessibilità. Non sarebbero, infatti, previste maxi rate per potervi aderire, i pagamenti mensili sarebbero tutti dello stesso importo e soprattutto sarebbero tollerati fino a otto mancati pagamenti prima di decadere dai benefici della misura, mentre oggi ne basta anche uno solo perché il beneficio decada.
Tra i punti che resterebbero ancora da chiarire, segnaliamo, innanzitutto, che le otto rate non pagate concesse prima di decadere dal meccanismo rischiano di entrare in concorrenza con i sistemi ordinari per risolvere le pendenze con il Fisco. Inoltre, anche il fatto di non prevedere l’addebito di interessi finisce per agevolare gli aderenti alla futura ipotetica rottamazione, rispetto a quanti hanno partecipato alla precedente definizione agevolata. Infine, le 120 rate possono risultare poco convenienti per l’Agenzia in caso di debiti di scarsa entità, dal momento che la riscossione si troverebbe, infatti, a dover gestire piani di rateizzazione per cifre mensili troppo basse.
La proposta di una nuova rottamazione delle cartelle esattoriali si muove su un terreno complesso, dove da un lato c’è la necessità di dare respiro a contribuenti in difficoltà o coinvolti in vecchie pendenze, e dall’altro quella di tutelare il principio di equità fiscale e l’affidabilità del sistema tributario.
La sfida sarà trovare un equilibrio tra inclusione e rigore: una misura che da un lato favorisca una reale chiusura delle posizioni debitorie senza alimentare comportamenti opportunistici, e dall’altro rafforzi la fiducia dei cittadini onesti nella correttezza delle istituzioni fiscali. La “rottamazione ragionevole” auspicata dal Governo potrebbe rappresentare un passo in questa direzione, ma molto dipenderà dai criteri che verranno stabiliti per l’accesso e dalla capacità dell’amministrazione di farli rispettare con rigore ed equità.
Scritto da: Ferruccio Bovio
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