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today16 Settembre, 2025
35° Rapporto congiunturale di Confartigianato: analisi approfondita della debolezza di Germania e Francia e delle ripercussioni sul ruolo dell’UE nell’economia mondiale.
L’analisi contenuta nel 35° Rapporto congiunturale di Confartigianato, spiega come l’Unione europea sia attualmente interessata da una fase ciclica debole, caratterizzata dalla simultaneità della bassa performance dei due dei tradizionali motori dell’economia continentale, Germania e Francia.
L’attuale ciclo economico europeo, secondo Confartigianato, si inquadra, pertanto, in uno scenario che vede progressivamente ridursi il peso dell’Unione europea sul PIL mondiale, con una accelerazione dopo la Grande Crisi del 2008. E non a caso, stando alle elaborazioni effettuate su dati del Fondo Monetario Internazionale, nel 1980 l’Unione europea rappresentava il 25,7% del PIL globale: una quota conservata fino al 2008 (25,4%), ma che è poi progressivamente calata, fino ad arrivare, nel 2024, al 17,6% ed a lasciar prevedere, da qui al 2030, una ulteriore discesa che, nel 2030, dovrebbe attestarsi 16,6%. Gli Stati Uniti hanno già superato l’Unione europea nel 2012 e la Cina lo farà nel 2027.
Si conferma in tal modo, nel corso di questo XXI secolo caratterizzato dalla turbo-globalizzazione, lo spostamento del baricentro economico mondiale verso l’Asia e il Nord America, con un’Europa che, gradualmente, tende, invece, a ridimensionare il suo ruolo a livello globale. La Germania, storica locomotiva economica del Vecchio Continente, rischia il terzo anno consecutivo di recessione, mentre della Francia sono più che noti ed attuali gli svariati segnali di fragilità, caratterizzati dalla crescita del debito pubblico e dalla minore performance di sviluppo ed export.
Più in dettaglio, Confartigianato sottolinea come il contributo di Berlino alla crescita dell’UE – che nel quinquennio tra il 2009 e il 2014 era pari al 55,9% – sia sceso allo 0,2% nel quinquennio 2019-2024. Di conseguenza, la bassa domanda tedesca rispetto al trend dell’area dell’euro ha, ad esempio, determinato, tra il 2021 e il 2025, un calo delle esportazioni italiane in Germania di 15,5 miliardi di euro.
Per la Francia emerge, invece, l’evoluzione più allarmante di alcune grandezze economiche, avvenuta nell’arco delle due presidenze Macron. Nel 2022, il debito pubblico di Parigi ha, infatti, superato in valore assoluto quello italiano, collocandosi al primo posto nell’UE. Inoltre, tra il 2016 e il 2024, il rapporto debito/PIL in Francia è salito di 14,9 punti percentuali, a fronte della stabilità in Italia (+1,1 punti) e del calo riscontrato in Germania (-5,8 punti).
Per quanto concerne, invece, l’andamento dello spread sui titoli di stato – misurato dal differenziale di rendimento dei titoli decennali francesi rispetto ai bund tedeschi – quello francese si avvicina ormai a quello dei titoli italiani (solo 12 punti base di differenza ad agosto 2025). In quanto poi alla valutazione del Pil pro capite, l’analisi di Confartigianato segnala che, tra il 2016 e il 2024, in Francia, questo fattore ha registrato un incremento in termini reali del 7,2%, inferiore al +10,7% dell’Italia, mentre la Germania si è dovuta accontentare di un limitato +2,9%.
Analogo trend si riscontra anche in merito alle esportazioni di beni in volume nelle tre principali economie della UE, con l’Italia a mettere a segno un + 15%, seguita dalla Francia (+11,0%) e dalla Germania (+6,6%). Inoltre, le imprese e famiglie francesi devono pure contestualmente fare i conti con la più elevata pressione fiscale in ambito comunitario e con una bassa qualità dei servizi pubblici. Il carico fiscale per i nostri cugini d’Oltralpe in Francia è, infatti, al 45,2% del PIL, a fronte della 23° posizione per qualità dei servizi pubblici.
In conclusione, il rapporto di Confartigianato avverte che “la fase ciclica in corso, caratterizzata dalla politica protezionistica degli Stati Uniti e dalla bassa performance dei motori europei”, è destinata a provocare gravi ricadute negative anche sulle attività del made in Italy. Ricadute che, tra l’altro, saranno analizzate, in maniera approfondita, in un prossimo webinar che l’Associazione artigiana ha in programma per lunedì 22 settembre e che si focalizzerà particolarmente sulle più recenti tendenze dell’occupazione, sulle esportazioni e sulla demografia d’impresa.
Scritto da: Ferruccio Bovio
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