Economia

Confesercenti: crescono i consumi dei single (+ 69 miliardi dal 2012)

today22 Settembre, 2025

Sfondo

Secondo Confesercenti, i single italiani guidano la crescita dei consumi: tendenze, abitudini e impatto sul retail.

Da un’indagine condotta da IPSO per la Confesercenti, emerge che, nel 2024, gli acquisti effettuati dalle famiglie composte da una sola persona hanno superato i 235 miliardi di euro (pari al 26,2% della spesa complessiva degli Italiani), che significano 69 miliardi in più rispetto al 2012, quando il totale si attestava a 166 miliardi. Un expolit – spiega Confesercenti – dovuto ai cambiamenti demografici e sociali, che stanno modificando il panorama delle abitudini di acquisto e l’offerta del retail.

Proiezioni future e dinamiche demografiche

L’analisi evidenzia pure come questa tendenza sia destinata a svilupparsi: infatti, secondo le proiezioni, entro il 2040, la spesa dei consumatori single arriverà a toccare i 287 miliardi di euro: e cioè, il 30% del totale nazionale e il 72% in più rispetto al 2012. In particolare, l’aumento della spesa da parte di questa tipologia di consumatori va attribuito soprattutto al cambiamento e al “restringimento” delle famiglie, visto che, tra il 2012 ed il 2024, il numero complessivo di nuclei familiari è sceso da 25,9 a 26,5 milioni, facendo contestualmente segnare anche una chiara ridefinizione delle loro caratteristiche compositive.

Non a caso, le coppie senza figli e chi vive da solo rappresentano ormai il 56,6% del totale e saranno il 61% nel 2040. E a guidare questo trend è, principalmente, l’aumento delle persone che vivono da sole: tanto è vero che, mentre nel 2012 i nuclei composti da un solo membro erano 7,6 milioni (vale a dire il 29,4% del totale), nel 2024 la loro quota è salita a 9,7 milioni (il 36,2%) e toccherà il 40% (10,7 milioni) già nel 2040.

Abitudini di consumo dei single

Ma – ci spiega Confesercenti – la spesa dei consumatori che vivono soli non è solo rilevante in termini quantitativi, ma anche diversa, per quanto riguarda le abitudini, rispetto a quella delle famiglie. Chi vive da solo, infatti, mostra comportamenti di consumo più individualizzati e digitalizzati. Ad esempio, i single mangiano più sovente fuori casa, con il 27% di essi che pranzano o cenano fuori almeno due volte a settimana (contro il 21% delle famiglie) e con il 13% che ordina cibo a domicilio o da asporto 2–3 volte a settimana, più del doppio rispetto alle famiglie senza figli.

In generale, la spesa alimentare di chi vive solo rispecchia anche una maggiore esigenza di praticità, con il 20% che acquista abitualmente piatti pronti o semi pronti, facendo registrare una percentuale sostanzialmente doppia rispetto a quella che concerne i nuclei più numerosi (9 –10%).

Digitalizzazione e consumi tecnologici

Per quanto attiene, invece, alle modalità di acquisto, l’indagine IPSOS – Confesercenti rivela una spiccata propensione alla digitalizzazione da parte dei single che si riflette, automaticamente, anche sul loro modo spendere: il 9% di essi è, infatti, solito fare online la propria spesa alimentare (tre volte la media nazionale del 3%), così come pure per abbigliamento, tecnologia e beni non alimentari l’e-commerce risulta più diffuso tra chi vive da solo (30%).

In particolare, i single riservano quote di acquisti più alte a tecnologia (35% contro il 30% delle famiglie) e connettività (60% contro 48%), mentre spendono meno della media in abbigliamento e cura della persona. E anche sul versante dei viaggi, risultano più prudenti, con una spesa media annua dichiarata che si ferma a 1.543 euro, molto al di sotto, quindi, dei 2.645 euro delle famiglie con figli.

Impatto dei single sul retail

Altro tema importante, messo in luce da questa ricerca, è quello che concerne l’incidenza crescente che i consumatori soli esercitano nel ridisegnare l’offerta del retail, che si sta più attrezzando per fornire formati ridotti, packaging dedicati, servizi di consegna e opzioni digitali che stanno diventando parte integrante della distribuzione.

Confesercenti: Famiglie, animali domestici e spese correlate

Se poi da un lato – come si è detto detto – le famiglie si stanno, in generale, restringendo, dall’altro si allargano, invece, quelle che comprendono animali domestici. Ne consegue che la spesa complessiva annua per pet-food, prodotti, servizi e cure veterinarie si aggira oggi tra i 6,5 e i 7 miliardi di euro (per 65 milioni di animali censiti in Italia), pari a circa 500 euro l’anno per nucleo familiare: un importo superiore a quello speso per i neonati al primo anno di vita (370mila nel 2024), che Confesercenti stima in circa tre miliardi annui (oppure in 4,5 miliardi se considerati anche gli acquisti straordinari).

In conclusione, il quadro che emerge dall’indagine IPSO – Confesercenti, è quello di un consumatore solo che, per quanto dinamico e connesso, resta però anche più vulnerabile. L’assenza di economie di scala familiari obbliga, infatti, i single a sostenere in solitudine tutte le spese fisse – dall’abitazione agli alimenti, fino ai servizi essenziali – rendendoli, in tal modo, più esposti all’impatto del carovita e riducendone la capacità di spesa discrezionale. In particolare, per le famiglie composte da una sola persona l’abitazione assorbe il 41% del budget complessivo.

Scritto da: Ferruccio Bovio

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