Economia

Alberi di Natale per l’88% delle famiglie italiane

today8 Dicembre, 2025

Sfondo

Alberi di Natale: dalla preferenza per l’albero finto al boom del “green”: ecco come cambiano le scelte degli italiani per il Natale 2025.

I risultati di un’indagine della Coldiretti, diffusa unitamente a Federforeste in occasione dell’8 dicembre – data che segna, tradizionalmente, l’inizio del periodo natalizio – rivela che, anche quest’anno, l’88% delle famiglie italiane non rinuncerà ad addobbare un albero di Natale.

E se non poche di esse confermeranno la propria predilezione per gli abeti in plastica, non è, comunque, nemmeno trascurabile percentuale di quanti si orienteranno, invece, verso una scelta più ecologica, optando per un abete vero. Infatti, ad acquistare una pianta naturale sarà il 15% del campione intervistato, con però una più marcata propensione “green” nella fascia di età compresa tra i 18 e i 34 anni, presso la quale la percentuale raddoppia, arrivando a toccare il 30%. Il tutto – commenta Coldiretti – a “testimonianza di una nuova sensibilità verso un Natale più sostenibile”.

Impatto ambientale degli alberi veri e finti

L’albero di plastica resta, dunque, ancora la soluzione più gettonata, nonostante gli elevati costi ambientali che questo tipo di scelta comporta. Basi pensare che l’abete finto impiega oltre 200 anni prima di degradarsi nell’ambiente e che, per produrlo, vengono rilasciati nell’atmosfera tra i 40 ed i 60 chili di CO2 nell’atmosfera. Al contrario, la coltivazione di un albero naturale sottrae 47 grammi di CO2 dall’atmosfera.

Costi e varietà disponibili

La spesa media per l’albero di Natale viene stimata, per quest’anno, in 42 euro a famiglia: per quello vero, i costi oscillano tra i 20/30 euro che si devono spendere per le piante più piccole ed i 150 (o addirittura 200) per le specie più alte. Le varietà principali in vendita sono l’Abete rosso e la Normandiana, mentre più raro da trovare sui banchi è l’Abete bianco.

Benefici ambientali dell’albero naturale italiano

L’albero naturale italiano – spiega l’indagine Coldiretti – Federforeste – “concilia il rispetto della tradizione con quello dell’ambiente, poiché è coltivato soprattutto nelle zone montane e collinari in terreni marginali altrimenti destinati all’abbandono” e contribuisce, quindi, a “migliorare l’assetto idrogeologico delle colline e a combattere l’erosione e gli incendi”. Pertanto, è’ opportuno, al momento dell’acquisto, verificare la certificazione presente sul cartellino, preferendo quelli di origine italiana e rivolgendosi, magari direttamente, a dei vivaisti certificati.

Produzione 2025 e problemi climatici

Sempre secondo Coldiretti, la produzione di alberi di Natale nel 2025 risulta essere in crescita del 5% rispetto allo scorso anno, anche se si fanno sentire gli effetti negativi dei cambiamenti climatici. Infatti, i sempre più frequenti periodi di siccità finiscono per colpire le produzioni, che vengono messe a rischio anche dal fenomeno delle precipitazioni violente che, purtroppo, sta caratterizzando gli ultimi tempi.

L’aumento delle temperature porta poi le piantagioni a spostarsi sempre più verso le montagne. Inoltre, un ulteriore problema con cui i vivaisti devono confrontarsi è quello rappresentato dall’ anticipo del Natale, con la richiesta di alberi che parte già dalla fine di novembre.

Zone italiane di produzione

A livello territoriale, in Italia la coltivazione dell’albero di Natale si concentra prevalentemente in Toscana (nelle province di Arezzo e Pistoia) e in Veneto in (specialmente nel Bellunese). Gli abeti utilizzati come ornamento natalizio provengono, per circa il 90%, da coltivazioni vivaistiche, mentre il restante 10% dalla normale pratica forestale che prevede interventi colturali di diradamenti o potature, indispensabili per lo sviluppo e la sopravvivenza del bosco.

In particolare, gli abeti ad uso natalizio vengono coltivati come una qualsiasi altra pianta ornamentale e sono commercializzati quando giungono al quarto o al quinto anno di coltivazione, con taglie tra i 1,20-1,80. Ogni singolo albero è corredato da un proprio cartellino identificativo riportante i dati dell’impresa produttrice con il relativo codice di autorizzazione, oltre alla dicitura che trattasi di soggetti “non per uso forestale”.

Consigli per la cura dell’albero

Coldiretti consiglia anche di sistemare l’albero di Natale in un luogo luminoso e lontano da fonti di calore, nonché al riparo da correnti d’aria o folate di vento, per la vicinanza a porte e finestre. Meglio poi non spruzzare neve sintetica perché l’albero è vivo e respira. Inoltre, la terra nel vaso va mantenuta umida, ma non eccessivamente bagnata, con l’utilizzo di un nebulizzatore.

Al termine delle festività, se non ci sono le condizioni per piantare l’albero in giardino, ci si può indirizzare verso dei centri di recupero – presenti in alcuni vivai – oppure anche verso i Comuni e la Forestale, i quali, quando è possibile, provvedono a ripiantarli in ambienti adatti.

Tendenza agli addobbi “green”

Infine, l’indagine in questione, segnala anche la crescita di una certa tendenza all’addobbo natalizio “green”, che punta a sostituire la plastica con elementi naturali per sostenibilità e risparmio. Si va così dall’uso della frutta (come le mele rosse, gialle e verdi e gli agrumi che danno colore) a quello della frutta secca (tipo castagne, noci e nocciole), dai prodotti dell’orto (quali peperoncini e fili di zucca) alle sculture di pane, marzapane e pigne colorate. E si tratta – conclude Coldiretti – di decorazioni che coniugano creatività e tutela ambientale, evitando sfere artificiali, lampadine e fili plastici.

Scritto da: Ferruccio Bovio

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