Economia

Analisi Cgia: come è cresciuta l’Italia del dopo Covid

today3 Novembre, 2025

Sfondo

L’analisi della CGIA di Mestre sulla ripresa economica italiana post pandemia, gli anni tra il 2019 e il 2025.

Un’analisi dell’Ufficio Studi della CGIA di Mestre in merito alla ripresa economica italiana rispetto all’anno che precede la pandemia (e cioè, il 2019), rivela che, nel nostro Paese, la regione che ha fatto registrare i numeri migliori è stata la Sicilia.

Un contesto economico complesso ma con risultati positivi

In generale, tra i lockdown che abbiamo conosciuto nel biennio 2020/2021 (con tutte le loro conseguenze economiche negative), l’aumento dell’inflazione e lo scoppio del conflitto tra Russia e Ucraina (con il caro energia che ne è conseguito), sono stati, indubbiamente, sei anni difficilissimi per tutti, anche se – spiega la CGIA l’Italia sembra averli superati meglio di quasi tutti i suoi principali concorrenti commerciali.

Se, infatti, tra il 2019 e il 2025, il nostro PIL reale è salito del 6,4 per cento, in Francia è, invece, cresciuto del 5 % e in Germania dello 0,2 %. Solo la Spagna, raggiungendo addirittura il + 10%, può vantare un risultato positivo superiore al nostro. Comunque, la media dei Paesi della Zona Euro si è attestata al +6,2%.

Sicilia leader della crescita economica

Come già accennato più sopra, se esaminiamo in dettaglio i dati riguardanti casa nostra, notiamo che è la Sicilia ad aver visto aumentare, nel periodo 2019-2025, il proprio PIL reale del 10,9 per cento. Per quanto nell’ultimo biennio si sia riscontrato un certo rallentamento di alcuni indicatori economici siciliani, l’eccellente risultato che l’Isola ha, comunque, conseguito, in questi ultimi sei anni, va attribuito essenzialmente all’andamento delle costruzioni, del turismo e dell’industria.

Settori che, non a caso, hanno potuto beneficiare degli effetti prodotti dal Superbonus, dalla ZES Unica (ossia, dal contributo sotto forma di credito d’imposta a favore delle imprese che effettuano l’acquisizione di beni strumentali destinati a strutture produttive già esistenti o che vengono impiantate nella Zona Economica Speciale per il Mezzogiorno) e dal PNRR. Subito dopo la Sicilia, si collocano la Lombardia con il +9 %, la Puglia con il +8,9 %, l’Abruzzo con il +8,1 % e la Campania con il +7,7 %.

Il Mezzogiorno traina la ripresa

Inoltre, tra le quattro ripartizioni geografiche in cui si suddivide Italia, gli analisti mestrini segnalano che la palma del più virtuoso spetta al Mezzogiorno, grazie a una crescita dell’8,1 %. Seguono il Nordovest con il +7,2%, il Nordest con il +5% e, infine, il Centro con il +3,8 %.

Le province più dinamiche e quelle in difficoltà

Se poi l’attenzione viene spostata sull’andamento della crescita economica a livello provinciale, allora è Siracusa a presentare la variazione positiva più rilevante, dal momento che, nel periodo preso in questione, il suo PIL reale ha toccato il ragguardevolissimo picco del + 44,7 %. A seguire, si incontrano Caltanissetta (+13,5 %), Milano (+12,9 %), Taranto (+12,6 %) e Teramo (+12,1 %). Delle 107 province d’Italia monitorate dallo studio della CGIA, otto non hanno ancora recuperato la caduta provocata dalla pandemia e dagli effetti negativi che essa ha causato.

Le situazioni più critiche si riscontrano, in particolare, a Genova (-2,2 %), Frosinone (-2,6 %) e Firenze (-2,9 %). Anche se quest’ultima, secondo una stima di Prometeia, quest’anno sembra destinata a registrare la crescita del PIL più elevata d’Italia (+1 %), davanti a Venezia (+0,9 %) e Siracusa, Modena, Brescia, Varese, Parma e Bergamo (tutte con il +0,8 %). Sempre per quanto concerne il 2025, nessuna area provinciale dovrebbe lamentare una cresciuta negativa, anche se a Gorizia, Siena e Imperia la variazione percentuale del PIL rispetto al 2024 dovrebbe essere pari allo zero.

Le persistenti disuguaglianze nella ricchezza pro capite

Invece, se si va a parlare di ricchezza pro-capite, le distanze rimangono purtroppo ancora abissali: basti pensare che, a Milano, risulta quasi tre volte superiore a quella di Napoli. Infatti, nonostante dall’analisi dei due trend di crescita (2019-2025 e 2024-2025) emerga che sono state le aree del Sud Italia ad aver registrato le crescite più importanti, se andiamo, invece, ad esaminare i livelli della ricchezza pro capite relativa al 2025, non possiamo che rilevare il fatto che permangono ancora dislivelli tutt’altro che facili da colmare. Tanto è vero che, se nel Nord Ovest il PIL per abitante è pari a 46.817 euro, nel Mezzogiorno si attesta a 25.637.

Le province più ricche e più povere d’Italia

Infine, a livello provinciale, l’area più ricca d’Italia risulta tuttora essere la Città Metropolitana di Milano, che conta su un PIL per abitante pari a 75.127 euro. Un importo che – come si è già accennato – è circa il triplo quello di Napoli (25.823 euro). Dopo Milano, al secondo posto nella classifica dei PIL pro – capite, si colloca Bolzano (con 62.717 euro), seguita da Bologna (51.422 euro), Roma (50.560 euro) e Aosta (49.387 euro).

Cagliari, con 36.869 euro, va a occupare la 41esima posizione e si segnala come la più ricca realtà del Mezzogiorno. Il fondo della graduatoria è, invece, occupato dalle province di Sud Sardegna (20.972 euro), Barletta Andria-Trani (20.865 euro) e Cosenza (20.636 euro).

Scritto da: Ferruccio Bovio

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