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Analisi della spesa delle famiglie italiane e aggiornamento del Misery Index di Confcommercio a settembre 2025.
Da un rapporto diffuso dall’ISTAT, si apprende che, nel 2024, la spesa che le famiglie hanno destinato mensilmente ai consumi non ha subito sostanziali variazioni rispetto a quanto rilevato nel 2023 (e cioè, rispettivamente 2,755 e 2.738 euro).
L’Istituto di statistica informa, inoltre, che la spesa più alta è stata riscontrata nel Nord-est e quella più bassa nel Mezzogiorno (la differenza tra le due aree è del 37,9%), mentre la spesa media mensile delle famiglie composte soltanto da italiani continua a essere superiore di quasi un terzo (+31,8%) rispetto a quella delle famiglie con stranieri.
A livello territoriale, tra le Regioni la spesa media mensile più elevata è quella fatta registrare dalle famiglie del Trentino – Alto Adige (con 3.584 euro), seguito dalla Lombardia (con 3.162 euro), mentre Calabria e Puglia occupano le posizioni meno ricche con, rispettivamente, 2.075 e 2.000 euro mensili.
Più in dettaglio, sempre in Lombardia si registra la percentuale più alta di spesa per servizi di ristorazione e di alloggio (7,5% contro il 5,9% a livello nazionale), in Trentino-Alto Adige quella per abitazioni, acqua, elettricità, gas e altri combustibili (42%, contro il 35,7%), mentre la quota più elevata per prodotti alimentari e bevande analcoliche si rileva in Calabria (28,2%, a fronte del 19,3%).
Anche nel 2024 le famiglie che spendono di più si sono confermate quelle residenti nei Comuni al centro di aree metropolitane (con 2.999 euro mensili), seguite a ruota dalle famiglie residenti nei Comuni periferici delle aree metropolitane e nei Comuni con almeno 50mila abitanti (2.822 euro). I livelli di spesa più ridotti (2.638 euro) sono, invece, risultati quelli dei Comuni più piccoli (fino a 50mila abitanti), nei quali si spende circa il 12% in meno rispetto alle aree metropolitane.
Il Rapporto dell’ISTAT rivela, inoltre, che, anche l’anno scorso, una famiglia su tre ha dovuto limitare la propria spesa alimentare (31,1% rispetto al 31,5% del 2023) e per le bevande (35,3%, dal 35%), mentre la voce di spesa che le famiglie dichiarano di aver contratto maggiormente è quella per l’abbigliamento e le calzature: ed a questo proposito, se si escludono quelle che dichiarano di non sostenere assolutamente questo tipo di spesa (il 4,3% di tutte le famiglie residenti), la quota di chi ha provato a ridurla è addirittura del 47,5%. Un dato, comunque, in lieve diminuzione rispetto al 48,6% del 2023, ma che sale al 57,6% nel Mezzogiorno (era il 58% nel 2023).
Resta, infine, sostanzialmente invariato il numero delle famiglie che rivelano di non aver modificato i propri comportamenti di acquisto per beni e servizi relativi alla sanità (il 78,6%, era il 79,1% nel 2023) ed alla cura e all’igiene personale (il 63,3%, esattamente come nel 2023).
Ad integrazione di questo scenario descritto dall’analisi dell’ISTAT, riteniamo utile aggiungere anche le ultime variazioni fatte segnare dal MIC, il Misery Index di Confcommercio, a settembre 2025. L’indicatore del disagio sociale – aggiornato mensilmente dall’Ufficio Studi dell’Associazione dei commercianti italiani – fa segnare un leggero aumento, salendo a 10,3 punti: cioè +0,3 rispetto ad agosto. Nonostante il rialzo, la situazione generale resta, comunque, stabile: da quasi un anno, infatti, il MIC si mantiene su livelli simili, senza grandi variazioni.
In particolare, il valore di settembre è la risultante di due tendenze opposte: da un lato, l’inflazione sui beni e servizi acquistati più frequentemente — come alimentari, carburanti e spese quotidiane — è cresciuta del 2,7%. Dall’altro lato, si è verificata una lieve diminuzione della disoccupazione “estesa”, che ora è al 6,5%. In una prospettiva a breve termine, Confcommercio ritiene possibile un rallentamento dell’inflazione già a ottobre, mentre il mercato del lavoro dovrebbe mantenersi stabile. Pertanto, se queste previsioni dovessero trovare conferma, il livello del disagio sociale dovrebbe rimanere in linea con gli attuali valori.
Scritto da: Ferruccio Bovio
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