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today7 Agosto 2025
L’analisi dello Studio Tagliacarne‑Unioncamere svela città, regioni e province con i maggiori consumi e la maggiore crescita tra il 2019 e il 2023.
Da una ricerca pubblicata dallo Studio Tagliacarne – Uniocamere, emerge che è Milano la città italiana a registrare i più alti consumi pro capite, con 30.993 euro a testa nel 2023. Seguono Bolzano (con 29.146 euro) e Monza Brianza (con 26.714 euro). Sul versante opposto della graduatoria è, invece, Foggia a occupare l’ultima posizione con 13.697 euro: una cifra che è, dunque, meno della metà di quella del capoluogo lombardo.
Tuttavia, se Milano guida la classifica dei consumi delle famiglie (rappresentando anche l’8,3% della spesa complessiva degli Italiani nel 2023) è, invece, Roma a detenere il primato per quanto riguarda l’acquisto di beni alimentari, raggiungendo l’ 7,8% dei consumi del settore.
L’analisi rivela che, nel Nord Ovest, si concentra quasi un terzo dei consumi di tutta la popolazione nazionale, soprattutto grazie alla spinta della Lombardia che, da sola, polarizza il 20% della spesa familiare. Ciò nonostante, è nel Mezzogiorno che l’aumento dei consumi – tra il 2019 e il 2023 – è risultato essere il maggiore, facendo registrare un + 15,7%, rispetto al 13,7% della media nazionale.
In particolare, il quadro dell’Italia dei consumi cambia profondamente se si focalizza l’attenzione ai soli generi alimentari, che segnalano, infatti, il Sud in cima alla classifica con il 33,2% del valore del carrello della spesa.
Un dato questo che – come spiegano gli autori dello studio – può rappresentare “un indicatore di doppia vulnerabilità per l’economia del Mezzogiorno”, poiché “in ben 26 province meridionali su 38, l’incidenza dei consumi alimentari supera il 21% di quelli totali, mentre questa situazione non si verifica in nessun’altra delle province italiane”.
Pertanto, “la maggiore presenza della componente alimentare – più penalizzata dall’inflazione – ha gonfiato i consumi nominali e al contempo eroso il potere d’acquisto reale delle famiglie del Sud”.
A livello territoriale, è in cinque regioni che si concentra oltre la metà dei consumi complessivi: e stiamo parlando di Lombardia (con il 20%), Lazio (10,2%), Veneto (8,9%), Emilia Romagna (8,6%) e Piemonte (7,6%).
Se, invece, si osservano i valori pro capite, a guidare la classifica è il Trentino Alto Adige, con 26.186 euro per abitante, seguito dalla Lombardia (24.284), dall’Emilia Romagna (23.377), dalla Valle d’Aosta (23.061) e dalla Liguria (22.498).
Al contrario, ad occupare le ultime posizioni si trovano la Campania (con 15.467 euro) e la Calabria (15.436 euro): regioni che, non a caso, registrano consumi pro-capite inferiori di circa il 25% rispetto alla media nazionale.
Come si è accennato, tra il 2019 ed il 2023, è il Mezzogiorno l’area che ha visto aumentare maggiormente le spese familiari (mettendo a segno un +15,7%), davanti al Nord-ovest (+14,4%), al Nord-est (+12,7%) ed al Centro (+11,3%). Più in dettaglio, a livello regionale, spiccano le perfomances della Sicilia (+17,2%), del Molise (+16,9%), dell’Abruzzo (+16,7%) e della Sardegna (+16,3%). A livello provinciale, si segnalano, invece, le posizioni di Enna (+21%), Caserta (+20,2%) ed Isernia (+19,5%), mentre a chiudere la classifica per la crescita, a livello provinciale, sono Gorizia (+5,7%) e Udine (+6,6%).
Lo studio del Centro Studi Tagliacarne‑Unioncamere fotografa un’Italia dei consumi caratterizzata da profonde disuguaglianze territoriali. Milano si conferma la città con la spesa pro capite più elevata, pari a 30 993 €, mentre Foggia chiude la classifica con appena 13 697 €, meno della metà rispetto alla metropoli lombarda.
Il Mezzogiorno sorprende per la crescita più significativa nel periodo 2019‑2023, pari al +15,7 %, un dato superiore alla media nazionale (+13,7 %). Una dinamica che suggerisce segnali incoraggianti di ripresa economica nelle regioni meridionali, pur in un contesto che rimane segnato da evidenti squilibri. Il quadro complessivo mette in luce un’Italia divisa, ma con aree che mostrano vitalità e potenziale di sviluppo.
Scritto da: Ferruccio Bovio
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