Economia

Dazi al 107%: un colpo mortale per la pasta italiana

today6 Ottobre, 2025

Sfondo

L’allarme tra i produttori e la risposta del Governo italiano alla minaccia di dazi e tariffe record negli Stati Uniti.

Semina il terrore tra i produttori di pasta italiani l’ipotesi che, sulle loro esportazioni negli Stati Uniti, possa cadere un mega dazio stimabile nella percentuale del 107%. Se, infatti, l’eventualità di un’imposizione di tariffe doganali così elevate fosse confermata, per le aziende nazionali che operano in questo comparto, verrebbe quasi del tutto compromesso l’accesso al mercato americano: e, secondo i dati forniti dal Dipartimento del Commercio di Washington, quello della pasta made in Italy rappresenta un export che, nel 2024, negli USA si è aggirato intorno ai 500 milioni di dollari.

Le accuse di dumping e le aziende coinvolte

Il Dipartimento del Commercio americano ha, infatti, accusato di dumping le imprese italiane del settore ed ha, di conseguenza, programmato di imporre su di esse una tariffa doganale del 91,74% che – se aggiunta al 15% già in vigore – a partire dal gennaio 2026, farebbe salire l’imposizione complessiva a quasi il 107%.

Oggetto di indagine specifica, da parte dell’Amministrazione americana, sono state le due aziende italiane, “La Molisana” e “Garofalo”, le quali avrebbero praticato un margine di dumping medio pari al 91,74%. Margine che – se confermato – in base alla normative attualmente in vigore, verrebbe applicato anche ad altre 11 aziende nazionali (e cioè, Agritalia, Aldino, Antiche Tradizioni Di Gragnano, Barilla, Gruppo Milo, Pastificio Artigiano Cav. Giuseppe Cocco, Pastificio Chiavenna, Pastificio Liguori, Pastificio Della Forma, Pastificio Sgambaro, Pastificio Tamma e Rummo), che, non a caso, hanno prontamente deciso di intervenire con accurate memorie difensive.

L’azione diplomatica del Governo italiano

E all’azione dei nostri maggiori produttori, si è aggiunta anche quella del Governo, impegnato a sostegno dell’importantissimo comparto produttivo, attraverso numerosi passaggi, compiuti a livello diplomatico, con le autorità statunitensi. A questo punto, occorre attendere di conoscere l’esito finale dell’indagine effettuata dal Dipartimento del Commercio, cui farà, ovviamente, seguito la decisione che confermerà o riformulerà la misura dei dazi antidumping da applicare entro la fine dell’anno.

Intanto, il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, fa sapere di essere in visita negli Stati Uniti con l’ambasciatore Marco Peronaci, con il quale sta procedendo a fare il punto sulle eventuali azioni da adottare a tutela del nostro export. Lollobrigida ha poi anche precisato di seguire “con attenzione i dossier legati alla presunta azione anti dumping che farebbe scattare un meccanismo iper protezionista verso i nostri produttori di pasta, del quale non vediamo né la necessità, né alcuna giustificazione”.

Comunque sia – ha poi concluso il ministro – il Governo e la diplomazia italiana sono “in contatto costante con gli uffici governativi statunitensi per affrontare questo e altri dossier – vino, pecorino romano, olio extravergine – utili a garantire rapporti commerciali floridi e sempre più proficui”.

L’allarme della Coldiretti e la difesa del Made in Italy

A sua volta, la Coldiretti ha avvertito che un dazio così pesante “sarebbe un colpo mortale per il Made in Italy”, poiché raddoppierebbe il costo di un primo piatto per le famiglie americane e aprirebbe un’autostrada ai cosiddetti prodotti “Italian sounding”, favorendo le imitazioni e penalizzando così le nostre imprese.

“Nel 2024 – ha denunciato la Coldiretti – l’export di pasta Made in Italy negli Stati Uniti ha, infatti, raggiunto un valore di 671 milioni di euro”, divenendo, pertanto, un mercato strategico che verrebbe di fatto azzerato da un dazio di quella entità, “cancellando anni di crescita e investimenti lungo la filiera”.

Le parole di Ettore Prandini: difendere la filiera della pasta

Ed a questo proposito, il presidente dell’Associazione dei coltivatori italiani, Ettore Prandini, ha parlato di “uno scenario che va scongiurato” ed ha, quindi, sottolineato come sia estremamente importante l’azione che il Governo sta portando avanti, tramite i Ministri Lollobrigida e Tajani, unitamente all’ICE.

“Dobbiamo, infatti, difendere e valorizzare – ha spiegato Prandini – la filiera della pasta, negli USA come in Italia, per non svendere una delle nostre eccellenze simbolo. Così come chiediamo il giusto prezzo per il grano italiano, riteniamo sia fondamentale garantire un giusto prezzo anche per la pasta. Le accuse di dumping americane sono inaccettabili e strumentali al piano Trump di spostare le produzioni negli Stati Uniti”.

Scritto da: Ferruccio Bovio

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