Listeners:
Top listeners:
play_arrow
GR News
play_arrow
Giornale Radio
play_arrow
Radio Podcast
play_arrow
70-80.it
play_arrow
Radio Italia Network
Ecosistema scuola: ritardi storici, carenze strutturali e finanziarie, disuguaglianze territoriali e necessità urgente di una strategia nazionale per garantire scuole sicure, accessibili e moderne.
Dal rapporto “Ecosistema scuola”, pubblicato da Legambiente in occasione della ripartenza dell’anno scolastico, emerge che, in Italia, sul fronte dell’edilizia scolastica, negli ultimi 25 anni abbiamo accumulato notevoli ritardi. Non solo è oggi generalmente fragile, ma continua a segnalare notevoli disuguaglianze a livello territoriale, con differenze strutturali e funzionali che penalizzano soprattutto il Sud e le Isole.
Purtroppo, i fondi pubblici destinati alla manutenzione (sia straordinaria, che ordinaria), sono sempre molto limitati ed in alcuni casi tendono addirittura a diminuire. E a conferma di quanto sostiene, Legambiente illustra non soltanto i dati relativi al 2024, ma anche quelli raccolti negli ultimi venticinque anni.
Stando, pertanto, al rapporto in questione – che contiene i dati del 2024 relativi a 97 comuni capoluogo su 112 – risulta che, su 7.063 edifici scolastici di loro competenza (tra scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di primo grado), nel 2024 solo il 47% dispone del certificato di agibilità, mentre appena il 45% ha il collaudo statico e meno del 15% degli edifici in zona sismica è stato progettato o adeguato secondo la normativa antisismica. Inoltre, il 54,8% degli edifici non ha beneficiato della verifica di vulnerabilità sismica.
A preoccupare, in maniera particolare, è la sicurezza dei solai, il cui crollo costituisce, al momento, la principale causa di incidenti nelle scuole italiane. Ciò nonostante, nell’ultimo quinquennio, solamente il 31,2% degli edifici scolastici ha beneficiato di indagini diagnostiche sui solai: e più in dettaglio, il dato di verifica è risultato lievemente più alto al Nord (32,0%) e al Sud (36,1%), ma è sceso decisamente al Centro, facendo registrare una percentuale del 22,5%.
Altro punto dolente dell’analisi realizzata da Legambiente, è quello riguardante i fondi che vengono stanziati per la manutenzione. Infatti, nel 2024, quelli finalizzati alla manutenzione straordinaria degli edifici scolastici sono calati, attestandosi su una media nazionale di 39.648 euro per edificio e, quindi, in discesa rispetto alla media annua di 43.563 euro verificata negli ultimi cinque anni. Il Nord si conferma, comunque, come l’area con maggiore capacità di programmazione e spesa con 41.699 euro, mentre il Sud e le Isole stentano a trasformare le risorse di cui dispongono in interventi concreti, fermandosi rispettivamente 5.564 e 5.234 euro.
Per quanto concerne, invece, la manutenzione ordinaria, anch’essa importante per la gestione quotidiana degli edifici, Legambiente sottolinea come questa rimanga “sotto finanziata e diseguale”, con una media di appena 8.338 euro spesi per ogni edificio a livello nazionale.
Per garantire edifici sicuri, sostenibili e adeguati ai bisogni educativi – spiega ancora Legambiente – la scuola pubblica italiana necessita, pertanto, di “investimenti regolari e consistenti nella manutenzione straordinaria e in quella ordinaria”. E a questo proposito, sebbene da anni vengono stanziati nuovi fondi per l’edilizia scolastica, questi “continuano a risultare estremamente frammentati, sia per fonte che per livello di governo, generando una dispersione che ostacola la pianificazione strategica e la trasparenza nell’allocazione delle risorse”.
Per queste ragioni, la principale Organizzazione ambientalista italiana chiede che che venga, urgentemente, definito “un piano e una strategia nazionale per la manutenzione delle scuole prevedendo risorse certe, procedure semplificate e criteri di riparto equi, capace di affrontare con urgenza i casi più critici e garantire il diritto allo studio in ambienti sicuri, accessibili e salubri”.
Ai dati del 2024, come si è detto, il rapporto “Ecosistema scuola” aggiunge anche un’ulteriore analisi, elaborata negli ultimi 25 anni, che mette in risalto l’assenza storica di una strategia lucida e continuativa per la manutenzione dell’edilizia scolastica, cui si abbina la cronica carenza di fondi destinati alla manutenzione ordinaria. Si tratta di una media di fondi che, dal 2009 al 2024, è oscillata tra i 5.000 e i 13.000 euro per edificio, a seconda dell’area geografica.
Un dato che – secondo Legambiente – “pur nella sua regolarità, evidenzia una grave insufficienza rispetto alle reali esigenze correnti di gestione e cura del patrimonio scolastico”. In particolare, negli ultimi 25 anni si registra un andamento irregolare (che oscilla tra il 40 ed il 60%) relativo agli edifici che hanno beneficiato di una manutenzione straordinaria.
Un trend che, se da un lato lascia presupporre una presenza significativa di interventi, dall’altro segnala però una discontinuità che può dipendere sia dalla disponibilità di risorse economiche (e dalla capacità dei Comuni di attivarle), che da situazioni emergenziali, come avvenuto nel 2021, quando la crisi sanitaria ha reso necessario riorganizzare gli spazi scolastici.
Per quanto riguarda, infine, gli edifici che necessitano di interventi urgenti, dopo un exploit iniziale nei primi anni 2000, la percentuale di essi è scesa gradualmente fino a stabilizzarsi attorno al 30–35% nel decennio successivo. Dal 2018, però si è riscontrata una nuova risalita, che, nel 2024, ha riportato il dato vicino al 40%.
Scritto da: Ferruccio Bovio
Testata Giornalistica “GR News” registrata presso il Tribunale di Milano - Registro Stampa N° 194/2022 | GR News - Iscrizione al R.O.C. Registro Operatori della Comunicazione – Reg. n° 33572 - Copyright ©2025 Nextcom Srl – Società editoriale - P. IVA 06026720968 - TEL 02 35971400 – WHATSAPP 349 182 75 01
Commenti post (0)