Rapporto ISTAT sulla natalità indica la diminuzione delle nascite in Italia: trend storico, cause e dati regionali 2024-2025.
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today22 Ottobre, 2025
Rapporto ISTAT sulla natalità indica la diminuzione delle nascite in Italia: trend storico, cause e dati regionali 2024-2025.
Il rapporto dell’ISTAT, appena pubblicato ed intitolato “natalità e fecondità della popolazione residente”, conferma che non si arresta la diminuzione delle nascite nel nostro Paese: nel 2024 sono state, infatti, 369.944, in calo del 2,6% sull’anno precedente (con una contrazione di quasi 10mila unità). Ed il trend negativo prosegue anche nel 2025, come rivelano i dati provvisori relativi a gennaio-luglio, secondo i quali le nascite sono state circa 13mila in meno rispetto allo stesso periodo del 2024.
Il numero medio di figli per donna raggiunge così il suo minimo storico, attestandosi, nel 2024, a 1,18, in flessione sul 2023 (quando era 1,20). La stima provvisoria relativa ai primi 7 mesi del 2025 segnala, inoltre, una fecondità pari a 1,13. Nel 2024, i nati residenti in Italia sono risultati 369.944, quasi 10mila in meno rispetto al 2023. E la variazione relativa sul 2023 (-2,6%) non si allontana da quella percentuale media annua rilevata dal 2008 al 2023 (-2,7%).
Il tasso di natalità nel 2024 è pari a 6,3 per mille residenti (era 9,7 per mille nel 2008). Pertanto, l’andamento decrescente delle nascite prosegue ininterrotto dal 2008, anno nel quale si è registrato il numero massimo di nati vivi degli anni Duemila (oltre 576mila): da allora però, la perdita complessiva è stata di quasi 207mila nascite (-35,8%).
Spiega l’ISTAT che il calo delle nascite, oltre a dipendere dalla bassa propensione ad avere figli, è dovuto anche alla riduzione nel numero dei potenziali genitori, i quali appartengono alle sempre più ridotte generazioni nate a partire dalla metà degli anni Settanta, quando la fecondità cominciò a diminuire, scendendo da oltre 2 figli in media per donna al valore di 1,19 del 1995.
Inoltre, sempre nel 2024, continuano a diminuire sia i primi figli, che quelli di ordine successivo al primo. I primogeniti sono pari a 181.487 unità, in calo del 2,7% rispetto al 2023. I secondi figli (133.869) diminuiscono, invece, del 2,9% mentre quelli di ordine successivo dell’1,5%. La diminuzione dei primi figli riguarda tutte le aree del Paese, con una percentuale minore nel Centro-Nord (-1,8% per il Nord, -2,0% per Centro) e un calo più intenso nel Sud (-4,3%). Ma anche la decrescita dei figli di ordine successivo al primo riguarda, in misura più rilevante, il Mezzogiorno: -4,3% contro -1,7 del Centro e -1,4% del Nord (-2,5% la media Italia).
Tra i molteplici fattori che contribuiscono alla contrazione della natalità in Italia, l’ISTAT ne elenca in modo specifico alcuni, come l’allungarsi dei tempi di formazione, il lavoro precario giovanile e le difficoltà di accesso al mercato delle abitazioni: tutti ostacoli che tendono a posticipare l’uscita dal nucleo familiare di origine ed a condizionare, quindi, la scelta di rinunciare alla genitorialità o di posticiparla.
La diminuzione dei nati è quasi completamente attribuibile al calo delle nascite da coppie formate da entrambi genitori italiani, che rappresentano il 78,2% delle nascite complessive. Non a caso, a fronte di un calo complessivo delle nascite di 9.946 unità, i nati da genitori italiani sono diminuiti di ben 9.765 unità rispetto al 2023 (-3,3%).
A livello regionale, le regioni che hanno registrato il calo di nascite più elevato sono l’Abruzzo (-10,2%) e la Sardegna (-10,1%), seguite dall’Umbria (-9,6%), dal Lazio (-9,4%) e dalla Calabria (-8,4%). Le diminuzioni meno rilevanti si sono, invece, osservate in Basilicata (-0,9%), nelle Marche (-1,6%) e in Lombardia (-3,9%).
Per contro, le sole regioni a poter vantare un aumento delle nascite sono – secondo i dati provvisori relativi al 2025 – la Valle d’Aosta (+5,5%) e le Province autonome di Bolzano (+1,9%) e di Trento (+0,6%). Tuttavia, nei primi sette mesi del 2024, le stesse regioni avevano fatto registrare dei cali non trascurabili delle nascite rispetto al 2023: e cioè, -7,5% la Valle d’Aosta, -3,7% la Provincia autonoma di Bolzano e -1,6% quella di Trento.
Infine, le nascite da coppie in cui almeno uno dei genitori è straniero sono state 80.761 (21,8%), sostanzialmente stabili rispetto al 2023, quando erano risultate state 80.942 (-0,2%).
La quota di esse più elevata si segnala nel Centro-Nord, dove la presenza straniera è più stabile e radicata. Nel Nord la percentuale di nati da almeno un genitore straniero sul totale è, infatti, pari, nel 2024, al 30,6%, mentre nel Centro al 24% (e, quindi, al di sopra del valore nazionale (21,8%). Nel Mezzogiorno, l’incidenza è invece molto più bassa, attestandosi al 9,3%.
Scritto da: Ferruccio Bovio
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