Economia

L’ISTAT svela i dati sulla povertà assoluta in Italia

today15 Ottobre, 2025

Sfondo

Analisi Istat della povertà assoluta nel 2024 in Italia, con numeri sulle famiglie e sulle persone coinvolte e confronto con la popolazione residente.

Dal rapporto dell’ISTATLa povertà in Italia”, emerge che nel nostro Paese, nel 2024, sono state oltre 2,2 milioni le famiglie che hanno vissuto in condizione di “povertà assoluta”: ossia, l’8,4% delle famiglie italiane, corrispondenti ad un totale di 5,7 milioni di persone che rappresentano il 9,8% dei residenti.

Livelli di povertà assoluta sul territorio

I livelli di povertà assoluta che misurano, in termini percentuali, quanto la spesa mensile delle famiglie povere sia mediamente al di sotto della linea di povertà, si confermano stabili – rispetto al 2023 – a livello nazionale (18,4%), attestandosi al 18,5% nel Nord ed al 18% al Centro, mentre nel Mezzogiorno fanno registrare un incremento, visto che le stime salgono al 18,5% dal 17,8% toccato nell’anno precedente.

Più in dettaglio, la percentuale di povertà assoluta più elevata (18,9%) si riscontra nei comuni minori (fino a cinquantamila abitanti) e non periferici delle aree metropolitane. Seguono i comuni sopra i 50mila abitanti e i periferici delle aree metropolitane (8,0%) e, infine, i comuni centro di area metropolitana (7,8%). Anche se, nel Mezzogiorno e al Nord, sono i comuni centro di area metropolitana a segnalare i picchi più elevati (rispettivamente 12,5% e 8,2%), mentre al Centro la percentuale più alta è quella rilevata nei comuni più piccoli non periferici delle aree metropolitane (7,9%).

Povertà assoluta e composizione familiare

Per quanto concerne la composizione familiare, l’ISTAT spiega che l’incidenza di povertà assoluta si manifesta nelle forme più marcate presso le famiglie numerose: in particolare, raggiunge il 21,2% tra quelle con cinque o più componenti, l’11,2% tra quelle con quattro, per poi scalare all’8,6% tra quelle composte da tre persone.

Inoltre, tra le coppie con tre o più figli, il 19,2% versa in uno stato di povertà assoluta, ma anche per le famiglie cosiddette “di altra tipologia” – e cioè, quelle in cui spesso coabitano più nuclei familiari e/o sono presenti membri aggregati – la percentuale risulta essere è superiore alla media (15,7%). Invece, tra le famiglie monogenitoriali, la povertà assoluta coinvolge l’11,8% del totale.

L’incidenza della povertà in base all’età

Il Rapporto dell’ISTAT analizza poi la presenza di questo fenomeno tra le famiglie nelle quali la persona di riferimento ha un’età di almeno 65 anni: ed in questi casi, la sua incidenza risulta notevolmente più contenuta, attestandosi al 6,7%, rispetto a quelle in cui la persona di riferimento è più giovane.

Ad esempio, la povertà assoluta supera il 10% tra le famiglie dove la persona di riferimento non supera i 54 anni e si attesta al 7,3% tra le famiglie di 55-64enni. In generale, quindi, si segnala una relazione inversa fra il valore dell’incidenza e l’età della persona di riferimento: e si tratta di un rapporto dovuto, in larga misura, alla minore propensione al risparmio che caratterizza le famiglie più giovani.

Povertà assoluta tra i minori

Ad allarmare sono pure i numeri che, nel 2024, hanno riguardato la povertà assoluta tra i minori, coinvolgendo un milione e 283mila di essi (e cioè, il 13,8% dei minori residenti): una percentuale che spazia dal 12,1% del Centro al 16,4% del Mezzogiorno, per poi salire al 14,9% per i bambini da 7 a 13 anni.

Le famiglie in povertà assoluta in cui vivono dei minori sono quasi 734mila (pari al 12,3%): e tra queste, l’incidenza più elevata (pari al 23,9%) si osserva per quelle di “altra tipologia” (vale a dire, come si è già detto, quelle in cui convivono più nuclei familiari e/o sono presenti membri aggregati).

Tra le coppie, invece, la diffusione del fenomeno aumenta in proporzione al crescere del numero di figli minori (7,3% per le coppie con un figlio minore, 10,6% per quelle con due figli minori e 20,7% se i figli minori sono almeno tre), attestandosi, comunque, su valori elevati (14,4%) anche tra le famiglie monogenitoriali.

Scritto da: Ferruccio Bovio

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