Economia

La FABI: nuove misure governative per risolvere la questione abitativa

today25 Settembre, 2025

Sfondo

La FABI: servono garanzie statali più alte e agevolazioni fiscali per evitare che i giovani restino esclusi dal mercato immobiliare e per sostenere un settore chiave dell’economia italiana.

Secondo Lando Maria Siloni, segretario generale della FABI (Federazione Autonoma bancari Italiani), le più recenti esperienze europee rivelano, inequivocabilmente, che, nei casi in cui gli Stati intervengono mettendo a disposizione garanzie pubbliche più consistenti (oppure agevolazioni fiscali mirate), le condizioni di accesso ai mutui si rivelano più favorevoli.

In altre parole, significa che i cittadini possono acquistare una casa fruendo di tassi d’interesse più bassi, sostenendo rate più sopportabili e, quindi, affrontando con maggiore serenità un impegno a lunga scadenza. E questo – per la FABI – è un dato di fatto che la nostra politica, se realmente si propone di aiutare le famiglie ed i giovani a superare le loro difficoltà, non può assolutamente fare finta di ignorare.

Fondo pubblico e limiti attuali

Oggi “il nostro Paese dispone di strumenti importanti, come il Fondo pubblico che garantisce mutui fino a 250.000 euro”: tuttavia, si tratta di una soglia fissata anni fa e che ormai non è più sufficiente.

Infatti, in molte città italiane – soprattutto nelle principali – i prezzi degli immobili hanno raggiunto livelli tali che, ben difficilmente, una famiglia media od un giovane possono permettersi di accedere a finanziamenti idonei per acquistarli.

Diventa, pertanto, indispensabile alzare il tetto delle garanzie statali, in modo da adeguarlo al valore reale del mercato immobiliare: altrimenti, si rischia davvero di escludere dal mercato immobiliare intere generazioni, “condannandole all’affitto a vita o, peggio, a rinunciare al diritto di avere una casa di proprietà”.

Non solo questione sociale, ma anche economica

Ma sarebbe riduttivo farne esclusivamente una questione sociale o di giustizia generazionale, poiché si sta parlando anche di un tema economico di primaria grandezza.

Infatti, ogni acquisto immobiliare mette in moto un circolo virtuoso che coinvolge edilizia, artigianato, servizi, forniture e professioni tecniche: e l’edilizia, da sola, vale il 12,7% del nostro prodotto interno lordo. Di conseguenza, penalizzare l’accesso al credito per l’acquisto di una casa vuol dire anche a rallentare un settore strategico per la crescita del Paese.

Confronto con l’Europa

L’Italia – segnala la FABI – con un tasso medio del 3,19% sui mutui a luglio scorso, si colloca leggermente al di sotto della media dell’area euro (3,28%). Confrontando la sua situazione con quella di altri Paesi europei, rileviamo tassi più bassi in Spagna, Finlandia, Portogallo, Croazia e Francia, mentre in Germania, Irlanda, Olanda, Austria e Belgio, i mutui immobiliari risultano essere finanziariamente più onerosi, anche se la differenza di costo è compensata da salari medi più alti e da un mercato del lavoro più stabile.

In sostanza, nei Paesi del Nord Europa, la certezza e la solidità delle retribuzioni consentono alle banche di concedere mutui a condizioni più favorevoli, anche se i tassi di riferimento sono più elevati.

In Italia, invece, avviene purtroppo l’esatto contrario, in uno scenario caratterizzato da stipendi bassi, precarietà diffusa e contratti a termine: tutti fattori che – sempre secondo il Sindacato dei bancari – obbligano gli istituti di credito a chiedere ulteriori garanzie e a imporre condizioni meno vantaggiose. Siamo, dunque, in presenza di un “cortocircuito che colpisce soprattutto i giovani, i quali si trovano a dover affrontare un mercato immobiliare più caro con redditi insufficienti e prospettive lavorative fragili”.

Le richieste della FABI

Ecco perché la FABI chiede che venga messa mano a questi meccanismi per correggerli, ampliando i sostegni già esistenti e si augura, inoltre, che la prossima Legge di Bilancio possa rappresentare un’occasione per potenziare gli strumenti pubblici di garanzia, estendendo il raggio d’azione del Fondo per i mutui, soprattutto in favore degli under 36.

Parallelamente, occorrono anche delle agevolazioni fiscali (come, ad esempio, l’aumento delle detrazioni sugli interessi passivi) che alleggeriscano il peso delle rate e degli oneri accessori, “perché comprare casa non deve trasformarsi in un lusso riservato a pochi”.

In conclusione, la FABI giudica la questione abitativa non solo come un tema sociale, ma, al tempo stesso, anche politico e sindacale, che richiede un impegno chiaro del Governo in favore delle famiglie e dei giovani, onde evitare di bloccare, da un lato, la mobilità sociale e, dall’altro, un comparto che da solo garantisce occupazione e sviluppo.

Scritto da: Ferruccio Bovio

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