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today10 Luglio 2025
Il maltempo in Italia divide il paese con i vigneti del Chianti devastati dal Nord e pomodori arsi dalla crisi idrica al Sud: Coldiretti chiede l’urgenza del piano invasi.
Da un primo monitoraggio effettuato dalla Coldiretti sulle conseguenze dell’ondata di maltempo che ha investito il Settentrione e sulla calura che, invece, persiste nel Mezzogiorno, emerge un Paese praticamente diviso in due con la grandine che, abbattendosi sul Nord e su Centro Italia, colpisce in particolare i vigneti del Chianti e della Vernaccia di San Gimignano, mentre nel Sud gli agricoltori si trovano – loro malgrado – costretti ad abbandonare i campi di pomodori per la mancanza di acqua per irrigare.
In questi ultimi giorni, si sono, infatti, registrati sul Centro Nord quasi venti nubifragi, grandinate e tempeste di vento al giorno: ed è soprattutto la grandine l’evento atmosferico più temuto dagli agricoltori, specialmente in un momento in cui frutta e ortaggi stanno arrivando a maturazione e sono pronte per la raccolta. Ma, come detto, ad essere in pericolo sono pure le vigne. Nell’ultimo week end, il maltempo ha flagellato le campagne della Lombardia, con danni rovinosi nel Bergamasco a stalle e capannoni agricoli. Così come anche nel Ravennate, frutteti, uliveti e vigneti hanno subito gravissimi danni.
Discorso diverso, bisogna fare, invece, per quanto riguarda le regioni meridionali, dove l’afa non accenna affatto a diminuire. Ad esempio – spiega sempre la Coldiretti – in Puglia il caldo intenso ha accentuato ulteriormente la crisi idrica con il taglio del 20% delle superfici coltivate a pomodoro, in particolare nella zona nord del Fortore (nel Foggiano), in cui la stagione irrigua non è nemmeno mai iniziata, poiché la poca acqua rimasta nell’invaso di Occhito è stata destinata, prioritariamente, al consumo potabile. E per questo motivo, gli agricoltori sono stati praticamente costretti ad abbandonare parte delle produzioni per contrarre al massimo l’utilizzo della poca acqua disponibile.
Stiamo, quindi, parlando di una situazione che deve assolutamente spingere ad accelerare i tempi sulla realizzazione del piano invasi con sistemi di pompaggio – lanciato da Coldiretti e Anbi – sia per garantire le indispensabili riserve idriche nei periodi di siccità, che per ridurre l’impatto sul terreno di piogge e temporali sempre più violenti che accentuano la tendenza allo scorrimento dell’acqua nei canali asciutti.
E a tal fine, si rivela di estrema importanza anche il via libera, appena arrivato dall’Unione Europea, per finanziare direttamente la gestione idrica, attraverso le risorse comunitarie dei fondi di coesione. Una decisione attesa da molto tempo e che consentirà, finalmente, di investire in infrastrutture fondamentali sia per trattenere l’acqua nei periodi di pioggia, che per renderla disponibile durante le fasi di emergenza.
Ma l’Italia deve fare i conti anche con gli incendi. Dall’inizio dell’anno il sistema europeo Effis ne rileva quasi 130 incendi, il triplo rispetto alla media degli ultimi vent’anni. Coldiretti stima che ogni ettaro bruciato costi oltre diecimila euro, tra spese di spegnimento, bonifica e ripristino del territorio.
L’Italia, oltre all’altissimo numero di incendi, sta sperimentando incendi sempre più estesi e intensi. Secondo EFFIS, nell’Unione Europea sono già bruciati quasi 214 000 ettari dall’inizio dell’anno, con 1 118 roghi registrati – un aumento drastico rispetto ai 716 dello scorso anno . In particolare, le regioni italiane contribuiscono in modo significativo a questi numeri, con centinaia di interventi di spegnimento ogni mese, spesso complicati dall’imprevedibilità delle condizioni meteorologiche e da risorse limitate. L’impatto ambientale è preoccupante: emissioni di CO₂ stimate attorno a 6,19 Mt finora . Questo scenario rende ancora più urgente potenziare le attività di prevenzione, vigilanza e capacità di reazione sul territorio.
Scritto da: Ferruccio Bovio
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