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today1 Settembre 2025
Operai specializzati: una sfida crescente per le imprese italiane, tra assenza di candidati, carenza di competenze e tempi medi di ricerca che superano i cinque mesi.
Un’analisi pubblicata dall’Ufficio Studi della CGIA di Mestre rivela che, nel 2024, su un totale di 5,5 milioni di nuovi ingressi previsti nel mercato del lavoro, quasi 840 mila (pari cioè al 15% dell’insieme delle entrate attese) hanno riguardato operai specializzati. La ricerca di questi addetti si è rivelata notevolmente difficoltosa: infatti, nel 63,8 % dei casi, le imprese hanno incontrato rilevanti ostacoli nel reperire determinate figure professionali.
Inoltre, anche quando la selezione ha avuto esito positivo, il processo di ricerca ha, comunque, comportato una durata media di cinque mesi. Nessun altro tipo di professionalità richieste dalle aziende ha, quindi, registrato livelli di difficoltà e tempi di ricerca superiori a quelli riscontrati proprio per gli operai specializzati.
Tra l’altro – spiega la CGIA – “in quattro casi su dieci l’insuccesso nel trovare questo profilo è stato determinato dall’assenza di candidati presentatisi al colloquio”. In sostanza, per molte realtà produttive – specialmente per quelle di piccole e piccolissime dimensioni – selezionare figure quali carpentieri, gruisti, fresatori, saldatori oppure operatori di macchine a controllo numerico computerizzato rappresenta un impegno assolutamente complesso.
E le cause del disallineamento tra domanda e offerta di lavoro sono svariate e molto spesso interconnesse tra di loro. Ad esempio, negli ultimi tempi, fattori quali la denatalità e l’invecchiamento della popolazione hanno, ovviamente, contribuito a ridurre sul mercato la disponibilità di forza lavoro.
A ciò va pure aggiunto il fatto che molti candidati si offrono alle aziende senza però disporre delle competenze tecniche e professionali che queste richiedono: e ciò avviene soprattutto nel settore manifatturiero, dove appare in tutta la sua evidenza l’ormai tradizionale divario esistente tra il livello di apprendimento acquisito durante il percorso scolastico e le esigenze effettive del sistema produttivo.
Inoltre, l’Associazione degli artigiani veneti segnala anche il dato che oggi, rispetto al periodo pre-pandemico, i giovani vanno sempre più alla ricerca di occupazioni che offrano maggiori livelli di flessibilità, autonomia e tempo libero, mostrando, al tempo stesso, una minore disponibilità ad accettare incarichi con orari prolungati (in particolare nel weekend) o condizioni lavorative fisicamente gravose. E si tratta di tendenze che, secondo gli analisti della CGIA, sono destinate a consolidarsi nel tempo.
In generale, i settori nei quali diventa sempre più difficile reperire operai specializzati sono quelli del manifatturiero e dell’edilizia. Più in dettaglio, in riferimento al manifatturiero, risultano essere quelle del legno, del tessile-abbigliamento-calzature e della metalmeccanica, le filiere caratterizzate dalle maggiori difficoltà nella ricerca di addetti adeguatamente qualificati.
Per quanto concerne il comparto del legno, a risultare quasi introvabili sono i verniciatori, gli ebanisti, i restauratori di mobili antichi e i filettatori attrezzisti. Nel tessile – abbigliamento, a scarseggiare sono, più che altro, i modellisti, i confezionisti e gli stampatori. Nel calzaturiero mancano, invece, i tagliatori, gli orlatori, i rifinitori e i cucitori.
Riguardo poi alla metalmeccanica, il discorso coinvolge prevalentemente i tornitori, i fresatori, i saldatori certificati, gli operatori di macchine a controllo numerico computerizzato e i tecnici di montaggio per l’assemblaggio dei componenti complessi. Infine, nel campo dell’edilizia le figure professionali di cui la CGIA evidenzia le maggiori carenze sul mercato del lavoro, sono quelle dei carpentieri, dei ponteggiatori, dei cartongessisti, degli stuccatori, dei pavimentatori, dei palchettisti e dei gruisti/escavatoristi.
La carenza di operai specializzati minaccia dunque competitività e crescita. Servono, per questo, formazione mirata, politiche attive e collaborazione tra imprese.
Scritto da: Ferruccio Bovio
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