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today15 Settembre, 2025
Pressione fiscale sulle imprese: emerge una riduzione marginale nel 2024, restano disuguaglianze tra Nord e Sud.
Dalla settima edizione dello studio intitolato “Comune che vai fisco che trovi”, appena presentato dall’Osservatorio sul fisco della CNA, emerge un lieve calo della tassazione sulle imprese personali nel 2024 (dal precedente 52,8% al al 52,3%), sebbene permangano considerevoli divari a livello territoriale. In media – si legge nella ricerca – le imprese hanno lavorato per il fisco fino al 9 luglio: due giorni in meno, quindi, rispetto allo scorso anno.
Più in dettaglio, è Bolzano a confermarsi (con una pressione fiscale del 46,3%) al primo posto nella classifica delle province meno tassate, mentre ad occupare la posizione più sfavorevole è quella di Agrigento che, con una percentuale del 57,4%, registra la performance peggiore tra i 114 capoluoghi italiani. E ad incidere sulle differenze territoriali sono soprattutto le addizionali regionali e comunali sul reddito, l’Imu e l’imposizione per raccolta e gestione dei rifiuti.
Pertanto, a Bolzano l’impresa tipo analizzata dall’Osservatorio Cna (quella che cioè utilizza un laboratorio artigiano di 350 mq e un negozio di proprietà destinato alla vendita di 175 mq con valori immobiliari di 500mila euro in tutti i comuni, ricavi per 431mila euro e un reddito d’impresa di 50mila) paga 14,72 euro come addizionale regionale e non versa nulla per quella comunale. Quella di Agrigento, con al stessa attività e gli stessi risultati, versa 35,39 euro come addizionale regionale e 227,90 euro per quella comunale. Di conseguenza, ad Agrigento, si finisce per pagare il 24% in più rispetto a Bolzano.
Il rapporto della CNA rileva, inoltre, che il livello di tassazione è più elevato nelle province dove in genere è minore l’efficienza della gestione e della qualità dei servizi offerti a cittadini e imprese. Pertanto, nell’Italia settentrionale, la pressione fiscale è mediamente più lieve rispetto al Mezzogiorno. Nel complesso la divergenza territoriale si conferma intorno agli 11 punti come per il 2024 e solamente in dieci comuni il total tax rate è inferiore al 50%.
E a questo proposito, tra le grandi città, Milano figura in 18ma posizione con una pressione complessiva al 50,5% che consente all’impresa artigiana di smettere di lavorare per il fisco il 3 luglio, mentre a Palermo il tax free day è il 7 luglio, a Roma e Genova il 12 luglio, a Torino il 15, a Firenze il 17, a Napoli il 19, fino ad arrivare alla situazione di Agrigento che deve addirittura attendere il 26 luglio.
Nel presentare ufficialmente il rapporto, il presidente della CNA, Dario Costantini, ha sottolineato come l’ Osservatorio sul Fisco abbia certificato una lieve riduzione del total tax rate, ma anche come resti evidente il fatto che il “livello di tassazione resta molto elevato e rappresenta un vincolo alla crescita. Le imprese meritano un fisco più leggero, più semplice e più equo”.
La settima edizione di “Comune che vai, fisco che trovi” – è stata pure l’occasione per presentare una serie di proposte, da parte della Confederazione Nazionale dell’Artigianato, nell’ambito della delega per la riforma organica del fisco. L’approccio al problema dell’Associazione è “la collaborazione”, per cui auspica che alcune sue istanze – come la semplificazione, la riforma del catasto (che avvicini il valore tassato al valore di mercato) e l’ uniformità delle detrazioni a prescindere dal reddito – possano trovare attuazione nella delega.
A questo proposito, il viceministro per l’economia, Maurizio Leo, intervenuto all’evento, ha giudicato “interessanti” i suggerimenti indicati dalla CNA, ma ha anche chiarito che permane, comunque, il “vincolo delle risorse”: pertanto, ha espresso un “si” convinto a tutte le semplificazioni, purché siano “a costo zero”. D’altra parte, il viceministro ha anche ricordato come il Governo abbia già “introdotto la detassazione dei premi di risultato e questa è la strada da seguire. È giusto che il reddito che viene prodotto in più abbia una tassazione minore perché va nella direzione di una maggiore produttività”.
Ecco perché uno degli obiettivi dell’Esecutivo è quello di rendere l’Ires premiale “strutturale, semplificandola”. Bisogna, quindi, trovare il modo – ha poi aggiunto – di “far confluire l’Ires con il principio di ‘chi assume meno paga’ nella prossima legge di bilancio”. Infine, in quanto alla proposta avanzata sempre dalla CNA in merito ad una nuova rottamazione delle cartelle esattoriali, Leo ha spiegato che nessuno nella maggioranza di Governo è contrario alla rottamazione, ma va fatta “cum grano salis”: e cioè, con interventi selettivi per chi si trova effettivamente in difficoltà, senza dare spazio ai “recidivi che possono pagare” e che usano “meccanismi pretestuosi” per non farlo.
Scritto da: Ferruccio Bovio
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