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today11 Luglio 2025
Come varia il sentimento delle famiglie italiane nel 2025 tra prudenza, spesa in crescita e voglia di vacanze secondo il Rapporto Confcommercio – Censis 2025.
Dal rapporto Confcommercio – Censis 2025 su “Clima di fiducia e aspettative delle famiglie italiane 2025”, emerge che l’economia italiana attraversa uno stato di stabile e di buona salute, con reddito disponibile in aumento, grazie all’occupazione ai massimi storici e all’inflazione sotto controllo.
Ciò nonostante le famiglie, se, da un lato, manifestano una voglia di normalità per tornare a spendere, dall’altro restano prudenti per l’incertezza che le circonda. Il clima di fiducia resta dunque, incerto con una prevalenza di ottimisti che però si riduce decisamente rispetto al 2023 (10,8 punti contro 27,5 punti). Di conseguenza, anche le aspettative per il futuro sono ispirate alla prudenza, con un 25% delle famiglie che teme una flessione del propri redditi.
Nonostante ciò, le intenzioni di spesa per il 2025 risultano, comunque, essere in ascesa rispetto all’anno scorso (specialmente per gli elettrodomestici con un +10,9% e per i prodotti tecnologici con un +9,1%), così come per le partenze per le vacanze estive (già pianificate, infatti, dal 37,7% degli Italiani, il dato più alto dal 2019). Tutto ciò rende possibile raggiungere l’obiettivo di crescita dell’1% dei consumi reali sia nel 2025 che nel 2026, sebbene – si legge nel rapporto – “resti fondamentale ricostruire la fiducia per dare pieno slancio ai consumi e agli investimenti”.
Il 43,3% delle famiglie ha aumentato i consumi nel 2024, ma a scapito del risparmio, diminuito per oltre la metà degli Italiani (51,8%). Inoltre, le diseguaglianze socio-economiche restano spiccate: e non a caso, solo il 12% delle famiglie a basso reddito ha visto crescere il proprio reddito contro il 24,9% di quelle più agiate. Inoltre, il 47,1% delle famiglie meno abbienti dichiara minori disponibilità economiche rispetto all’anno precedente. A questo proposito, per il 56,3% degli intervistati, il principale problema che obbliga a ridurre i consumi è rappresentato prevalentemente dalle spese obbligate (bollette, tasse, spese condominiali). Seguono contrazione dei redditi (25%) e necessità di accantonare risorse per imprevisti (18,7%).
Tuttavia, come detto prima, sia pure in presenza di un calo della fiducia, crescono egualmente le intenzioni di spesa: ed in particolare, la propensione all’acquisto rispetto al 2024 è più alta del 10,9%per gli elettrodomestici, del 9,1% per i prodotti tecnologici, del 5,6% per i mobili, del 4,3% per le autovetture e del 3,8% per le ristrutturazioni. Più in dettaglio, a guidare le intenzioni di spesa sono i beni tecnologici (33,6%), seguiti dagli elettrodomestici (31,2%) e dalla casa, sia in termini di ristrutturazioni (25,4%), che di arredo (24,1%). Tuttavia, solo il 6,2% degli italiani si dice disposto ad acquistare un’abitazione e appena il 4,4% a investire in una seconda casa o in un immobile di vacanza.
Ad aumentare è pure la percentuale di famiglie italiane che ha già pianificato le vacanze estive che registra, infatti, un 37,7% in evidente aumento rispetto al 26,2% del 2024. È il dato più alto dal 2019 e si accompagna a un calo del numero degli indecisi (28,6%) e di chi non partirà (33,6%). Chi partirà resterà per lo più in Italia (76%): il 68,1% con lo stesso budget degli anni precedenti e il 22,8% con un budget ridotto, mentre solo il 9% potrà spendere di più. Gli alloggi preferiti sono nell’ordine hotel (41,7%), b&b o agriturismi (37,7%) e seconde case (14,8%).
Infine, se il 46,5% degli Italiani si dichiara ottimista sul proprio futuro familiare, solo il 25,4% mantiene lo stesso giudizio positivo nei confronti del Paese nel suo complesso. Le principali fonti di preoccupazione sono le malattie (49,2%) e la mancanza di risorse economiche (47,2%). Particolarmente esposte sono le famiglie del Mezzogiorno e quelle a basso reddito. Il 67,4% degli interpellati esprime come speranza primaria quella di “mantenere un tenore di vita adeguato” e solo il 9,7% prevede un aumento dei propri redditi nella seconda metà del 2025.
Scritto da: Ferruccio Bovio
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