Economia

Sono ancora 3,7 miliardi le persone che non hanno accesso a condizioni di vita accettabili

today28 Ottobre, 2025

Sfondo

Presentazione del nuovo rapporto Eat – Lancet: le proposte per politiche alimentari eque e sostenibili.

Il nuovo rapporto, appena pubblicato da “Eat – Lancet” (la Commissione che riunisce esperti di agricoltura, salute, economia, giustizia sociale, nutrizione e scienze ambientali provenienti da 17 Paesi del del mondo) sottolinea come i sistemi alimentari siano ormai divenuti dei fattori decisivi riguardo alle sfide più urgenti a livello planetario: dalle malattie croniche all’aumento delle disuguaglianze, dal degenerare dei cambiamenti climatici alla perdita di biodiversità.

Produzione alimentare e degrado ambientale

Eat – Lancet spiega, innanzitutto, come sebbene in teoria la produzione mondiale di calorie alimentari sarebbe, già oggi, in grado di soddisfare le esigenze di tutti, in realtà circa 3,7 miliardi di persone non possano ancora contare su una dieta sana, su salari dignitosi o su un ambiente non eccessivamente contaminato.

Il tutto, mentre la produzione alimentare continua a contribuire pesantemente al degrado ambientale, rappresentando quasi il 30% delle emissioni globali di gas serra e causando cambiamenti climatici, perdita di biodiversità, spreco di acqua dolce e inquinamento da pesticidi e antibiotici.

Rapporto Eat – Lancet: obiettivi per un futuro alimentare sostenibile

Tuttavia, il rapporto in questione non si limita a denunciare i problemi che nascono in seno al settore alimentare, ma cerca anche di indicare alcuni obiettivi chiari e scientificamente fondati verso un futuro alimentare sostenibile, sano e giusto. Uno di questi è rappresentato dall’adozione della cosiddetta “Planetary Health Diet” (PHD), che consiste in un regime alimentare vario e ricco di vegetali, abbinato ad un costante impegno nel ridurre drasticamente gli sprechi alimentari, nell’attuare pratiche agricole sostenibili ed ecologiche e nel dire basta alla conversione agricola di ecosistemi intatti.

In questo modo – spiega la Commissione scientifica internazionale – si potrebbero, contestualmente, migliorare le condizioni di salute delle persone e del Pianeta e fornire cibo, in quantità adeguate, per nutrire una popolazione mondiale prevista in 9,6 miliardi di individui entro il 2050.

Benefici per la salute

L’analisi di Eat – Lancet stima, inoltre, che il cambiamento dei sistemi alimentari e delle diete globali potrebbe scongiurare circa 15 milioni di morti premature ogni anno (dovute a malattie legate a diete scorrette), come quelle cardiache, il diabete o il cancro. La presidenza della Commissione – a commento del suo rapporto – afferma che le prove in esso contenute sono chiare: e, quindi, “il mondo deve agire con coraggio ed equità per garantire miglioramenti sostenibili. Le scelte che si fanno oggi determineranno, infatti, la salute delle persone e del pianeta per le generazioni future”.

Impatti ambientali e dieta Planetary Health

Il documento si sofferma, inoltre, sul fatto che – passando a diete sane ricche di vegetali e riducendo la domanda di alimenti ad alta intensità di risorse come la carne rossa – la Planetary Health Diet riduce di molto anche le emissioni di gas serra, l’uso scriteriato di terra e acqua e l’inquinamento da nutrienti.

Non a caso, argomentano gli scienziati, l’allineamento globale con questo tipo di dieta, ha già ridotto le emissioni di carbonio legate all’alimentazione di oltre il 15% rispetto ai valori del 2020. Una percentuale che può aumentare ad almeno il 20%, se si riducono della metà gli sprechi alimentari e si migliorano le tecniche di produzione.

Disparità socioeconomiche e impatto ambientale

Oltre a ciò, il rapporto di Eat-Lancet evidenzia pure la netta disparità nell’impatto ambientale delle attuali abitudini alimentari tra i diversi gruppi socioeconomici. In particolare, denuncia come le diete del 30% più ricco della popolazione mondiale siano responsabili di circa il 70% delle pressioni ambientali complessive causate dai sistemi alimentari. Al contrario, poco meno della metà della popolazione globale non ha accesso a diete sane a prezzi contenuti, salari equi e ambienti sicuri.

Condizioni di lavoro nel settore alimentare

Infine, milioni di bambini continuano a essere impiegati nel lavoro agricolo e il 32% dei lavoratori del settore alimentare (specialmente le donne) guadagnano meno del salario minimo ed agiscono spesso in condizioni non sicure.

La Commissione Eat-Lancet auspica, pertanto, l’adozione di politiche finalizzate al miglioramento dell’accessibilità economica e materiale agli alimenti nutrienti ed a condizioni di lavoro e retribuzioni eque che consentano alle comunità emarginate di divenire, finalmente, anch’esse padrone del proprio futuro.

Scritto da: Ferruccio Bovio

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