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Un’analisi condotta dalla società di consulenza strategica, Bain & Company, mette a fuoco i cambiamenti avvenuti nell’ultimo anno, per quanto concerne gli orientamenti dei consumatori, nel momento in cui si accingono a fare acquisti alimentari. Lo studio in questione è stato realizzato, raccogliendo le opinioni di circa 9.000 cittadini europei, dei quali 1.500 erano italiani. Ne è emerso che le abitudini alimentari, nel Vecchio Continente, stanno subendo una mutazione costante e profonda, in grado di rivoluzionare i criteri con i quali si selezionano i prodotti da inserire nel carrello della spesa.
Oggi, infatti, i consumatori europei manifestano esigenze diverse che spesso risultano condizionate dall’adesione a nuovi valori etici e dalla presenza di fattori socioeconomici determinanti nell’ indirizzare i loro acquisti.
Più in dettaglio, è innanzitutto la salute a risultare come la priorità capace di orientare verso un tipo di consumo più consapevole: e non a caso, quasi il 95% degli Europei la considera la componente da privilegiare in assoluto. C’è però, anche un 23% che dichiara di avere difficoltà nel mantenere comportamenti salutari, mentre un altro 30% sta impegnandosi per perdere peso. Inoltre, soprattutto per le ultime generazioni, il migliorare la qualità della vita è un qualche cosa che va oltre la dieta e comprende pure la cura della salute mentale.
“Più della metà degli Europei – spiegano gli autori della ricerca – sta attivamente eliminando dalla propria dieta alimenti poco salutari, spinti dal desiderio crescente di adottare uno stile di vita più sano, a partire dalle scelte che compiono a tavola”. Possiamo, pertanto, affermare che alla base di certi rapidi cambiamenti si colloca essenzialmente la ricerca del benessere fisico.
Di conseguenza, tutte le maggiori aziende del largo consumo sono venute a trovarsi nella condizione di dover dare risposte immediate alle domande poste da un mercato in continua evoluzione, ridefinendo, in tal modo, le proprie strategie di offerta. Da qui, la tendenza a ridurre le produzioni con zuccheri e ingredienti processati, elevando la qualità nutrizionale degli alimenti e puntando, invece, su trasparenza, ingredienti locali e soluzioni accessibili.
Tra i principali nemici della dieta sana, il campione intervistato ha indicato lo zucchero, i cibi processati e i grassi, considerati alimenti da ridurre il più possibile negli acquisti quotidiani. Il 56% dei consumatori affermano, infatti, di aver ridotto il consumo di zucchero, seguiti dal 50% che dichiarano di aver limitato l’assunzione di cibi processati. Invece, il 30% degli interpellati rivelano di aver aumentato il consumo di prodotti locali, mentre cresce anche l’interesse per proteine, pesce e integratori alimentari.
Ed a questo proposito, il 38% di chi è stato coinvolto nel sondaggio di Bain & Company ha dichiarato di voler aumentare il consumo di pesce, ritenendolo una valida alternativa alla carne rossa per un profilo nutrizionale più leggero e sano. A salire nella classifica del gradimento sono pure i prodotti a chilometro zero o di origine locale, percepiti come più freschi e sostenibili. Il 33% ha, inoltre, indicato un maggiore interesse per l’uso di integratori e vitamine, ritenuti un aiuto importante nel quadro di una dieta equilibrata e in abbinamento a uno stile di vita attivo.
Tuttavia, per quanto la salute costituisca la motivazione fondamentale che spinge a ridurre l’acquisto di molti prodotti, non sempre rappresenta l’unica ragione alla base di queste scelte. Ad esempio, se nel caso del sale l’82% del campione intervistato ne limita il consumo per motivi di salute, per altri alimenti intervengono anche altre ragioni più complesse.
E’ il caso della carne, il cui consumo, oltre ad essere indubbiamente escluso dal 41% degli intervistati per ragioni legate alla salute, viene però anche limitato da un altro 14% a causa dei suoi elevati prezzi. Inoltre, c’è anche un 25% che la rifiuta per via del suo impatto ambientale. In generale, il costo di alcuni prodotti continua, dunque, a rappresentare un ostacolo tutt’altro che irrilevante per i consumatori: ad esempio, il 45% di essi ha ammesso di non acquistare cibo biologico proprio a causa del prezzo troppo alto.
In questo contesto europeo, l’Italia si allinea, in maniera piuttosto coerente, con quelle che sono le tendenze emerse a livello continentale. Anche da noi, infatti, lo zucchero si presenta come l’elemento maggiormente messo in discussione nelle abitudini alimentari, con il 56% degli intervistati che, non a caso, si dichiara favorevole a ridurne il consumo. L’Italia si colloca, inoltre, in terza posizione – dopo Spagna e Polonia – in una speciale classifica che illustra proprio la propensione alla riduzione dello zucchero.
Infine, sempre sulla scia del trend europeo, il consumatore italiano figura al secondo e terzo posto nel diffidare dei cibi processati e di quelli grassi. Una tendenza – secondo Bain & Company – che conferma quanto gli Italiani siano legati al buon cibo, in conformità con la tradizione gastronomica del Paese, basata soprattutto su alimenti salutari e genuini. Tale attenzione verso i prodotti locali rivela pure la crescente importanza attribuita in Italia non solo alla qualità delle materie prime, ma anche alla conoscenza della loro provenienza e dei metodi di lavorazione, al fine di sapere esattamente cosa si stia portando in tavola.
Scritto da: Ferruccio Bovio
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