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Lo spreco alimentare continua a crescere nonostante l’attenzione alla sostenibilità: i surgelati si confermano un valido alleato per ridurre gli sprechi domestici e tutelare le risorse.
In Italia, per quanto sia crescente la sensibilizzazione dei consumatori riguardo ai temi della sostenibilità, lo spreco alimentare resta, comunque, ancora un fenomeno piuttosto diffuso.
Nonostante campagne informative e iniziative locali, il cambiamento nelle abitudini richiede ancora tempo e impegno collettivo. Ogni settimana si gettano, infatti, nel nostro Paese, mediamente, 667 grammi di cibo pro capite, con una crescita del 17,9% rispetto allo scorso anno (quando erano 566,3 grammi).
Dati che segnalano le dimensioni sempre più allarmanti del problema, che in soli 5 anni ha visto crescere di quasi 140 gr settimanali il quantitativo di prodotti alimentari buttati via, allineando così l’Italia sulle posizioni della maggior parte dei Paesi europei, che, purtroppo, di solito non risultano essere particolarmente virtuosi sul piano dello spreco domestico.
Tuttavia, ci sono alcuni prodotti che facilitano di molto il compito di chi voglia limitare al massimo questo tipo di sprechi. Tra questi, i surgelati rappresentano un’opzione concreta e alla portata di tutti.
Stiamo parlando degli alimenti surgelati, i quali incidono con soli 14,9 grammi sul totale pro capite settimanale che viene buttato via, in altre parole, una quantità davvero minima se rapportata all’intero volume dello spreco. I surgelati costituiscono, quindi, solamente il 2,23% rispetto allo spreco individuale complessivo. Questa percentuale, tra l’altro, è rimasta stabile negli ultimi anni, dimostrando una certa costanza nell’efficienza d’uso.
E questi numeri ci vengono direttamente forniti da uno studio condotto dall’Osservatorio internazionale Waste Watcher-Campagna Spreco Zero, per conto dell’IIAS (l’Istituto Italiano Alimenti Surgelati), che ha stimato l’incidenza del “comparto frozen” sullo spreco alimentare complessivo. I dati, scaturiscono da una indagine condotta su 1000 intervistati dai 18 anni in su e hanno confermato la grande importanza dei surgelati nella gestione sostenibile delle risorse alimentari domestiche.
Grazie alle loro caratteristiche intrinseche che, come è noto, vanno dalla lunga durata di conservazione all’efficiente porzionatura, fino ai minori consumi di acqua ed energia elettrica necessari per la preparazione dei piatti, i surgelati rappresentano un valido alleato nella vita quotidiana di molte famiglie italiane. Questi aspetti ne garantiscono, pertanto, anche una elevata sostenibilità economica. Un elemento che assume ulteriore rilevanza in un contesto di crescente attenzione all’ambiente.
E a questo proposito, il presidente di IIAS, Giorgio Donegani, spiega che “in un Paese come l’Italia in cui il problema del food waste ha assunto dimensioni preoccupanti – con una crescita a doppia cifra nel 2025 – il consumo di prodotti surgelati può diventare un importante tassello nella lotta agli sprechi”, si tratta, infatti, di una risorsa strategica difficilmente sostituibile. E non solo perché, effettivamente, di questi prodotti se ne getta via una percentuale davvero marginale, ma anche perché i surgelati costituiscono, per loro natura, “una soluzione salva-spreco per eccellenza”.
Tra l’altro, lo spreco alimentare rappresenta pure un tema sociale su cui riflettere seriamente, visto che con quanto si spreca in tutto il mondo si potrebbe sfamare un terzo della popolazione globale. Pertanto, sempre secondo Donegani, “Sprecare significa non solo non poter garantire cibo sufficiente per tutti, ma anche perdere risorse preziose usate nella produzione, come terreno fertile, acqua, energia, fertilizzanti”.
E i prodotti surgelati aiutano nella lotta al food waste proprio perché consentono un uso ottimale delle materie prime che arrivano pronte per l’utilizzo in cucina, semplificando anche le operazioni culinarie quotidiane e riducendo i tempi di preparazione. Permettendo, in tal modo, la massimizzazione della resa produttiva e il contenimento degli sprechi che avvengono durante tutta la filiera, dalla produzione fino al consumo finale, e riducendo le emissioni di inquinanti nell’atmosfera. Un beneficio indiretto ma fondamentale nella lotta contro il cambiamento climatico.
Scritto da: Ferruccio Bovio
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